“Dalla città delle mucche alla città di cura”, così scriveva il cronista di Merano, Bruno Pokorny negli anni ‘30, per spiegare l’evoluzione che fra il 1870 e il 1900 portò Merano a essere un centro del benessere a livello internazionale. Tale processo evolutivo non è spiegabile solo dal clima favorevole, mite, e dalla bellezza del suo territorio, ma è dovuto all’indubbia eccellenza delle sue strutture alberghiere e dei suoi imprenditori che ne favorirono la rapida ascesa.
Una di tali strutture alberghiere che fecero decollare la città del Passirio a livello mondiale, fu senza dubbio il Kurhotel Palace, costruito fra il 1905 e il 1906. Merano in quel periodo disponeva già di cinque strutture ricettive di grande rilievo, ma secondo il suo mentore, l’imprenditore Pietro Delugan, nato a Zanolin (un paese in val di Fiemme) nel 1854, Merano doveva pretendere di più. Nel 1893 egli si era trasferito in città, e iniziò a realizzare più di 70 edifici, grandi alberghi, il teatro cittadino, il Kursaal e l’edificio postale. Il suo obiettivo però era quello di costruire l’ albergo più grande e importante di tutto l’arco alpino, che doveva essere il più prestigioso e monumentale per eleganza e per gli arredi: doveva superare i luoghi di cura svizzeri e quelli della Riviera francese. Delugan era un uomo che da semplice capomastro, nell’arco di poco tempo divenne grande costruttore edile di successo. Si formò professionalmente a Stoccarda e poi in Svizzera, a San Gallo. Per la concezione architettonica del Kurhotel, si recò, insieme al Franz Leibl (allora direttore del Grand Hotel Meranerhof, il più grande albergo di Merano con 350 posti letto) sulla Riviera francese. Acquistò l’area dove sorgeva lo Schloss Maur e il terreno circostante, abbozzò il progetto in 24 ore e mise all’opera 340 operai. Nel giro di otto mesi l’albergo era completato. Nel 1906 era già in esercizio, e fra quell’anno e fino al 1914, Merano e il suo grande albergo, registrarono un boom di presenze turistiche che solo in tempi recenti verranno raggiunti. Gli arredi della struttura alberghiera erano davvero da sogno e il piccolo capomastro aveva realizzato in pieno il suo obiettivo, anche se non completamente, prima dello scoppio della Grande guerra.
In foto principale: (a sinistra) I concerti in riva al Passirio, 1914, (a destra) L’albergo Walser in piazza Teatro, 1850
Autore: Flavio Schimenti