Quelli che stiamo vivendo sono mesi di forte caldo, il rischio di attraversare un periodo siccitoso è reale e l’attenzione al problema dell’acqua è sempre più alta. Proprio per questo, allora, abbiamo approfondito il tema dell’acqua potabile del capoluogo, la sua distribuzione e, purtroppo, le perdite che avvengono nel sistema idrico della città.
A Bolzano, ogni anno, vengono distribuiti circa 12 milioni di m3 d’acqua potabile, ma, di questi, solo 8.7 milioni arrivano ai rubinetti. Rispetto alla media italiana – del 42% – le perdite di acqua potabile a Bolzano sono “solo” del 29%. Abbiamo parlato con Stefano Sacchi, direttore tecnico della Seab, e Maurizio Righetti, professore e ingegnere idraulico.
UN TREND IN CALO
“La perdita idrica è causata anche da una questione fisiologica della rete caratterizzata dall’età e dall’esercizio. L’acqua di Bolzano – spiega Sacchi – proviene per il 98% dai pozzi, questo fa si che siano presenti delle elevate pressioni di esercizio e, di conseguenza, delle perdite di acqua.” Ma come poter intervenire, allora, per evitare lo spreco di questo bene prezioso? Secondo Sacchi la manutenzione e il miglioramento della qualità della misura dei contatori, insieme a una distrettualizzazione della rete idrica, possono essere una valida soluzione che, però, avrà effetti a lungo termine. In parole semplici: “Nella nostra città abbiamo una rete interconnessa, riducendola in piccole zone si riesce a capire se e dove si presentano delle dispersioni di acqua. Facendo dei bilanci idrici annuali, ed ora anche mensili, si nota dove si hanno consumi maggiori. Negli anni, infatti, le perdite si sono sempre ridotte, questo grazie ai costanti investimenti e alla manutenzione ordinaria”.
REGIONE CHE VAI, ACQUA CHE TROVI
Tra chi, al NOI di Bolzano, si occupa di ricerca e studia delle tecniche per ridurre le perdite d’acqua nei sistemi idrici, c’è Maurizio Righetti. “La media della percentuale di acqua persa credo ci dica poco, ci sono acquedotti che perdono il 15% ed altri che ne perdono il 70%. Recentemente ho partecipato ad una conferenza sul tema dove si è visto come in Olanda le perdite sono del 5%, la differenza la fanno gli anni di investimenti fatti a favore dei sistemi idrici, ma non solo: spesso si investe per fare cose nuove e non per mantenerle. Le tubature richiedono attenzione e investimenti costanti. Bisogna controllarli” spiega. Un ruolo centrale nella riduzione delle perdite lo gioca la pressione dell’acqua nei tubi: “Grazie anche all’intelligenza artificiale e alle tecniche di analisi, si riesce ad adattare l’intervento a seconda del contesto. Con la riduzione della pressione si riducono anche le fuoriuscite di acqua nel caso della presenza di un buco nei tubi. Se c’è un buco, ma la pressione è bassa, l’acqua esce lo stesso ma in minore quantità. Allo stesso tempo, serve mantenere una pressione corretta – calcolata grazie a degli studi – per fornire l’acqua ai paesi e alle città, non basta solo ridurla”. Righetti conclude con un appello: “a livello di consumatori, penso sia importante chiedersi se sia necessario bere l’acqua in bottiglia proveniente da altre regioni. Per spostare l’acqua si spendono tante risorse quando, invece, si potrebbe bere l’acqua del rubinetto che è sottoposta a controlli molto restrittivi. È vero: il gusto non è uguale per tutte le zone, ma la qualità è garantita. Come per la frutta e la verdura, anche per l’acqua ognuno dovrebbe preferire quella della propria regione; è una questione di sostenibilità.”
Autore: Andrea Dalla Serra