Merano non è una città per giovani. È vero?

La città del Passirio da molte parti viene descritta come una città dai ritmi più adatti alla mezza età o giù di lì. Bar e ritrovi che chiudono presto, assenza o quasi di locali per giovani e il loro divertimento serale/notturno, pochi eventi in genere dedicati alle fasce d’età adolescenziali e dei ventenni, trentenni, sono dati di fatto abbastanza palesi. Associazioni culturali e circoli giovanili si danno molto da fare e specialmente nell’ultimo anno qualcosa si è mosso, ma l’offerta rimane comunque circoscritta o non sempre incontra il favore dei destinatari.
Ma cosa serve realmente ai nostri ragazzi? Quali sono i loro desideri?

Sono alcune delle domande che si è posta la Consulta dei giovani del Comune alle quali ha pensato di cercare risposte innanzitutto chiedendolo ai ragazzi ed ai giovani stessi tra i 14 e i 26 anni. L’idea è quella di un questionario online al quale hanno già risposto 600 giovani ma c’è ancora tempo per compilarlo almeno fino a metà settembre.
“Abbiamo pensato a questo strumento – spiega il presidente della Consulta Leonardo Bazzoli – come base di partenza per un’indagine più approfondita e per arrivare poi a formulare proposte all’Amministrazione comunale. Vogliamo fare una fotografia andando a sentire i diretti interessati nel numero maggiore possibile. Il questionario che proponiamo ci aiuterà a capire in quale direzione la Consulta dovrà lavorare nei prossimi anni per rendere Merano migliore per i giovani”.
Partecipare è semplice. Inquadrando il QR code che appare sul volantino dell’iniziativa, si accede al questionario con diverse domande a risposta chiusa ed altre a risposta aperta dove ciascuno può scrivere la propria idea.
La Consulta dei giovani di recente elezione, dura in carica tre anni ed il percorso per arrivare a comporla non è stato facile.
“È vero – conferma Bazzoli che è al primo anno di storia all’università di Padova – siamo operativi dallo scorso dicembre ma il percorso è stato un po’ accidentato e non si trovavano ragazzi interessati a partecipare”. Le ragioni sono molteplici ma Bazzoli le riassume così: “C’è una certa forma di individualismo e poco interesse per dare il proprio contributo alla comunità e probabilmente anche una mancanza di iniziativa o di stimolo. C’è un convincimento comune che tanto anche se si fa qualcosa poi non viene accettata e le proposte cadono nel vuoto come è già accaduto in passato”. Si tratta di un pensiero, un convincimento che solo dimostrando attenzione alle problematiche dei giovani mettendo in campo soluzioni concrete, potrà essere modificato. “ Innanzitutto – replica l’assessora ai giovani Emanuela Albieri – credo che la partecipazione a questo sondaggio stia già andando molto bene in termini di partecipazione. Detto questo, credo che abbiamo dimostrato che per il mio assessorato le istanze dei ragazzi siano fondamentali nelle scelte strategiche e nella programmazione. Vedi l’esempio del Parco fluviale alla confluenza Adige-Passirio, nel quale è stata creata la pump track proprio su richiesta dei ragazzi, e il progetto KomMera che nasce proprio per rispondere alle loro necessità di attività per il tempo libero. Ma molto c’è ancora in cantiere”.
E l’assessora conclude mettendoci un po’ di sale sulla coda: “Poi, provocatoriamente, ai giovani dico anche: non createvi questo alibi come scusa per non mettervi in gioco”.

Redattore: Enzo Coco

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