L’ultimo saluto al partigiano Bruno Zito

Un altro pezzo della nostra memoria storica se n’è andato, un altro personaggio che ha contribuito alla nascita del nostro Paese ci ha lasciato.

Lo ha fatto in silenzio, improvvisamente, alla soglia del secolo di vita, quella vita che aveva amato fino all’ultimo, con le sue difficoltà e le sue tante gioie, dettate in primis dalla presenza costante della sua amata moglie Maria. 

Bruno Zito avrebbe compiuto 99 anni il prossimo 9 marzo, era un meranese, ed è stato un partigiano, uno di quelli che nel 2016 era stato insignito assieme ad altri compagni (fra cui Lidia Menapace) di una grande onorificienza: la Medaglia della Liberazione della Repubblica Italiana.

Come racconta il professor Antonio Testini nel suo libro “Petto in fuori, pancia in dentro” (reperibile anche sul sito della Biblioteca provinciale Claudia Augusta),  durante la Seconda guerra mondiale, l’alpino Zito faceva parte del “Battaglione Bolzano”, 11esimo Reggimento, divisione Pusteria, ed era stato mandato in Provenza per fornire supporto agli invasori. Il 9 settembre del 1943, il giorno dopo l’armistizio, Zito  aveva appena 19 anni, quando i tedeschi circondarono la caserma dove si trovava con gli altri alpini; assieme a tre amici (Carlo Delugan, Gino Vecchi e Bruno Filippi), venne fatto prigioniero e portato all’Ente Fiera di Grenoble. Pochi giorni dopo venne trasferito in Germania , ma lungo il tragitto lui e i tre amici riuscirono a darsi alla fuga grazie a uno zainetto che conteneva gli attrezzi di un calzolaio: subito dopo aver varcato il confine tra Francia e Germania, i quattro riuscirono ad aprire le sicure che chiudevano il vagone sul quale stavano viaggiando e saltarono giù dal treno. Filippi e Delugan si fermarono in Svizzera, mentre Vecchi e Zito continuarono il loro percorso verso l’Italia.

Il primo si fermò a Bolzano, il secondo proseguì alla volta della Valsugana, dove si trovava la sua famiglia. E qui entrò nelle fila dei partigiani che organizzavano gli attacchi ai convogli che rifornivano i tedeschi. 

Autore: Luca Masiello

Il ricordo dell’Anpi

A dare per primi la triste notizia della dipartita del partigiano Bruno Zito sono stati i suoi amici della sezione altoatesina dell’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), che hanno voluto salutarlo con un post commovente sulla loro pagina Facebook.
“È un giorno di grande tristezza. Un abbraccio alla sua amatissima Maria e a tutta la sua famiglia. Avevamo incontrato Bruno e Maria pochi mesi fa per la consegna della tessera Anpi e con il loro solito spirito avevano voluto che, nonostante il Covid, l’incontro fosse conviviale accompagnato da un buon bicchiere e biscotti. Bruno amava la vita e ne era orgoglioso, così come lo era della sua famiglia. Ci teneva sempre a raccontare tutto in modo semplice, spontaneo e divertente. 
E nel racconto non mancava mai di riferirsi alla sua esperienza di Partigiano, per ribadire come l’Italia fosse ben diversa da quella che avevano sognato durante la Resistenza, ma che non bisognava mai disperare, mai abbassare la guardia nella difesa della democrazia e della libertà e mai abbandonare la lotta per attuare i valori della Resistenza incardinati nella Costituzione. Ciao Bruno. Grazie! Ci mancherai, ma cercheremo di far camminare quegli ideali nel mondo di oggi. Partigiani per sempre!
Alla memoria di Bruno dedicheremo le iniziative per il giorno della Memoria e ci auguriamo che la sua Città sappia ricordarlo come merita”. 

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