Stop allo sport, ma gli atleti non mollano

Il momento che tanti temevano è arrivato: palestre e piscine chiuse. Ancora una volta gli sportivi e le sportive si trovano a dover fare i conti con un altro stop e a non poter proseguire con gli allenamenti. A raccontare delusione, tristezza, ma anche rabbia, ci sono cinque ragazzi e ragazze di discipline sportive differenti: Sofia Pellegrini, ginnasta, Nicola Balzarini, giocatore di pallanuoto, Chiara Peluso, pallavolista, Alberto Manca, calciatore e Alex Langebner, arrampicatore. 

A causa delle nuove misure restrittive per cercare di arginare la pandemia, tanti atleti di tutte le età non possono più praticare il proprio sport. Per molti questo è un grande colpo da digerire: c’è chi si stava preparando per i campionati nazionali, chi stava recuperando proprio adesso con grande fatica la forma fisica a causa del primo lockdown e chi invece aveva appena fatto ritorno in palestra dopo la pausa estiva. 

“Nonappena ho saputo che la nostra palestra avrebbe chiuso ho pensato subito alla mia partecipazione ai campionati nazionali di ginnastica artistica di dicembre. Senza l’allenamento sui quattro attrezzi è inimmaginabile poter presentare degli esercizi dignitosi in gara – spiega Sofia Pellegrini –Ero arrabbiata, triste e amareggiata perché dopo mesi di duro lavoro, sudore e costanti sacrifici, sentirsi dire che le palestre avrebbero chiuso un’altra volta mi ha spezzato il cuore”..

Così come la ginnasta, anche per Nicola Balzanini non è stato semplice digerire la notizia: “Per me è una cosa devastante non potermi allenare in piscina, perché a differenza degli sport praticati in palestra o all’aperto, io senz’acqua non posso fare nulla – spiega – il mio è uno sport di contatto, quindi speravo che potessimo almeno continuare con gli allenamenti individuali di nuoto, proprio adesso che stavamo recuperando faticosamente la nostra forma fisica.”

Sport vuol dire anche amicizia, compagnia e condivisione, e questo lo ricorda la pallavolista Chiara Peluso: “Non potermi più allenare in palestra per me vuol dire che mi mancheranno, oltre al divertimento e al momento di sfogo della giornata, anche gli incontri settimanali con le mie compagne di squadra – spiega – Tra una partita e l’altra era normale scambiare due chiacchiere: questa situazione oltre che portare a un peggioramento della nostra condizione fisica e tecnica, alla lunga si ripercuoterà anche su quella psicologica.”

“Quando mi alleno do il massimo per giocare la domenica – spiega Alberto Manca – ogni settimana aspetto il weekend solo per la mia partita. Non potermi allenare e giocare è una cosa che mi rattrista molto.”

Nonostante la criticità delle circostanze, gli atleti comprendono anche la necessità di queste misure restrittive. D’altra parte però, è molta l’amarezza: “Mi sembra ingiusto tutto questo, perché così viene tolta ai giovani la possibilità di vivere la loro passione, di inseguire i loro sogni, di divertirsi e stare con gli amici. Vengono privati di qualcosa per la quale hanno lavorato per settimane, mesi e anni, mettendoci impegno e dedizione e compiendo molti sacrifici”, sottolinea Sofia. Dopo la prima ondata primaverile, molte sezioni di vari sport si erano organizzate in modo da poter riprendere con gli allenamenti in sicurezza. Disinfettanti, sanificatori, gestione degli spazi, misurazioni delle temperature e molto altre misure sono state adottate, per garantire il diritto allo sport e quello alla salute. “In piscina sono state attuate tantissime misure di sicurezza e degli ottimi protocolli da seguire per evitare i contagi – spiega Nicola – Oggi però questo sembra non essere abbastanza e lo sport viene giorno per giorno messo da parte, insieme a tutti coloro che amano praticarlo. Perché a rimetterci non sono solo i grandi agonisti, ma dietro a ogni sport ci sono anche molti bambini e molte bambine: tanti di loro avevano iniziato da poco e si erano appassionati a una disciplina, altri invece la praticavano già da parecchi anni e stavano crescendo, migliorando. Ognuno di loro ancora una volta dovrà compiere un altro sacrificio e rinunciare al sano movimento.”

Lo sport può essere anche un grande hobby, come l’arrampicata per Alex Langebner: “Da otto anni pratico questa disciplina e sono arrivato al settimo livello. Grazie alla mia passione sono diventato istruttore e ho iniziato a gestire alcuni corsi di arrampicata, facendo così del mio hobby anche il mio lavoro. Oggi, non solo non posso allenarmi, ma in queste condizioni non posso nemmeno guadagnare.”

Gli atleti nonostante ciò non mollano e anche davanti alle difficoltà non si arrendono cercando di trovare delle soluzioni alternative per mantenersi in forma. “I nostri allenatori – spiega Nicola – nei giorni in cui avremmo avuto gli allenamenti, ci mandano degli esercizi da fare a casa o all’aperto individualmente, in modo tale da non farci perdere la forma finora acquisita.”

Così anche il mister di Alberto: “Il nostro allenatore ci ha suggerito di mantenere autonomamente la miglior condizione fisica possibile, sperando in una pronta ripartenza.”

Nel mondo della ginnastica invece, Sofia racconta come le sue allenatrici stiano trovando metodi di allenamento alternativi – a volte anche creativi – per cercare di tenere alto l’umore e per non far perdere la giusta motivazione. “Di certo stare fermi a fare niente e sperare che tutto questo passi in fretta non aiuta affatto. Perciò, anche se non possiamo entrare in palestra, ci manteniamo in forma svolgendo allenamenti alternativi a casa, collegandoci digitalmente con la nostra squadra o andando a fare un workout all’aperto. In questo momento particolare – continua–  mi sento di dover ringraziare tutto il team di allenatrici, perché nonostante la situazione negativa, loro ci stanno sempre vicine, si impegnano a trovare nuovi metodi per non farci perdere la voglia, ricordandoci sempre di tenere duro e di non mollare mai.” Anche se il mondo dello sport attualmente è in crisi, di certo sono proprio i ragazzi a insegnare che la passione e la forza di volontà sono la cura migliore in questi tempi. Lo sport è salute, è essenziale. 

Autore: Chiara Caobelli