Può essere una sorta di pellegrinaggio arrivare, in auto, in bici, a piedi, davanti all’ingresso del civico 72 di via Mayr-Nusser, dove dal 24 febbraio 2015 si trova una targa bilingue di cui riportiamo il testo: “Non giuro a questo Führer! Josef Mayr-Nusser nacque qui, al Nusserhof ai Piani di Bolzano, il 27 dicembre 1910. Era membro dell’Azione Cattolica di Bolzano e dell’Andreas-Hofer-Bund, il gruppo di resistenza sudtirolese al fascismo e al nazionalsocialismo. Dopo essersi rifiutato il 4 ottobre 1944 a Konitz (Chojnice in Pomerania) di prestare il giuramento alle SS per motivi di coscienza, fu processato e condannato a morte. Venne quindi avviato su un treno merci verso il campo di sterminio di Dachau, ma morì durante il viaggio il 24 febbraio 1945 a Erlangen, a causa dei maltrattamenti subiti. Nel 2010 la Città di Bolzano gli ha conferito la cittadinanza onoraria. 24 febbraio 2015 – in memoria di Josef Mayr-Nusser nel settantesimo anniversario della sua morte”. Luogo e targa possono essere simbolo ma anche monito, dando un messaggio a chi si ferma per un minuto di raccoglimento, un messaggio di fedeltà e coraggio, che viene dalla testimonianza del martire. è un messaggio che si lega a quello che viene dalla intitolazione delle vie che fanno angolo con via Mayr-Nusser, che il Comune ha voluto intitolare con scelte appropriate; ne risulta una sorta di triangolo, il triangolo della fedeltà. Si tratta della “via Hildegard Straub”: Hildegard, (moglie di Josef Mayr-Nusser), condividendo le scelte eroiche del suo “Pepi”, preservandone la memoria, testimoniò anche lei la fedeltà, la fedeltà nell’amore, che unisce i corpi ma ancor più le anime. L’altro messaggio viene dall’intitolazione “via Città di Sopron”; è la città con cui Bolzano è gemellata. Anche gemellarsi tra città è esempio, messaggio di fedeltà, fedeltà nell’amicizia, nella pace, esempio e messaggio per altre città, ma anche per i popoli.
Autore: Leone Sticcotti