Moltissime furono, nel corso dei secoli, le alluvioni dell’Adige in Bassa Atesina. Lo storico Paolo Diacono narra di una funesta inondazione nell’anno 585; intorno all’anno 1000 se ne registrarono almeno tre, nel 1041, nel 1049 e nel 1053. Nel 1337 la cronaca parla di un’alluvione che sommerse del tutto Bolzano, tanto che la si poteva attraversare in barca dal Virgolo a piazza Duomo. Nel medioevo sono documentate decine di alluvioni e nel 1527 fu addirittura l’Isarco a inondare Laives. Nel ‘700 si contarono ben 15 alluvioni, mentre del 19° secolo sono rimaste nella memoria collettiva le disastrose alluvioni del 1868 e del 1882. Il 5 ottobre 1882 il settimanale “Andreas Hofer” di Innsbruck dedica l’apertura all’alluvione avvenuta in Sudtirolo, Trentino e Veneto. Scrive il cronista: “Tra Bolzano e Verona l’Adige ha causato danni inestimabili” e ancora: “La linea ferroviaria, da poco ultimata e a sua volta gravemente danneggiata, ha contribuito al ristagno delle acque. È apparso con tutta evidenza che la linea ferroviaria non avrebbe dovuto essere posta in mezzo alla valle ma sotto la montagna. La località di Laives ha subito gravissimi danni e si racconta che alcuni abitanti, invece di rendersi utili nelle operazioni di soccorso, si siano dedicati alla ‘pesca’ di legname trascinato dalle onde. Molto più opportuno invece il contributo di alcuni operai italiani (welsche Arbeiter).” Vadena e le campagne circostanti furono sommerse, a eccezione di tre masi in lieve altura. Una quarantina di famiglie di mezzadri e affittuari perse tutto.
“I danni per Vadena ammontano a circa 120000 fiorini. Anche un’azione eroica si è verificata in quel di Vadena. Quando il giorno 16 (settembre, n.d.r.) nel pomeriggio l’Adige ruppe gli argini in due punti verso Vadena, otto uomini che si trovavano sull’argine rimasero isolati tra le acque. Dovettero passare lì tutta la notte – senza speranza di riuscire a tornare a riva. Due di loro annegarono senza che gli altri se ne accorgessero. La domenica infine arrivarono i soccorsi per i superstiti. I fratelli August e Franz Scarperi e il loro cugino Josef Scarperi di Laives ebbero il coraggio di attraversare l’Adige a bordo di una zattera e mettendo a repentaglio la propria vita riuscirono a portare in salvo gli sfortunati.” Gli stessi Scarperi salvarono la vita anche a un ferroviere nella zona di Bronzolo.
Autore: Reinhard Christanell