La memoria di Falcone e Borsellino

Un altro anniversario che non si è potuto celebrare come di consueto, per le limitazioni sugli assembramenti, è stato quello del 23 maggio 2020.
Con una ridotta presenza di autorità e rappresentanze, si è ricordato, celebrando la “Giornata della legalità”, il sacrificio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ai quali a Bolzano è intitolato il “Largo” che collega via Duca d’Aosta e Corso Italia, dietro il Tribunale. Nel medesimo luogo vi è anche una targa, dal 2015, raffigurante i due giudici, paladini della legalità.
Falcone e Borsellino si erano conosciuti da giovani giocando a calcio in parrocchia, furono poi colleghi, a Palermo, nell’Ufficio istruzione della sezione penale; collaborarono attivamente nel “pool antimafia”, guidato dal giudice Rocco Chinnici (anche lui vittima della mafia il 29 luglio 1983). I due colleghi magistrati prepararono assieme, ritirati con le famiglie per motivi di sicurezza presso il carcere dell’Asinara, l’istruttoria per il “maxiprocesso di Palermo” (10 febbraio 1986-16 dicembre 1987).


Fu tra le braccia di Paolo Borsellino che morì Giovanni Falcone, tra i colpiti dalla “strage di Capaci” del 23 maggio 1992. Borsellino si rendeva conto di essere anche lui nel mirino di “Cosa nostra”, di essere un “condannato a morte”.
Come furono importanti le indagini di Giovanni Falcone per ricostruire il percorso del denaro che accompagnava i traffici di droga, ai fini di un quadro sulla gigantesca organizzazione criminale collegante mafia americana e siciliana, non meno furono quelle di Borsellino sui legami tra Cosa Nostra e l’ambiente industriale milanese e del Nord Italia in generale. Fu infatti vittima del tritolo anche Borsellino, il 19 luglio 1992, in via d’Amelio, sotto l’abitazione di sua madre. Sicuramente Borsellino ha condiviso fino alla fine il pensiero del collega e amico Giovanni Falcone, che si trova nella frase riportata nella targa: “Gli uomini passano ma gli ideali restano e continueranno a camminare sulla gambe di altri uomini.” Un pensiero da fare nostro!

In foto principale: La commemorazione dell’Anpi a Bolzano

Autore: Leone Sticcotti

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