I Cela Aguai sono stati tra le band storiche del capoluogo altoatesino, una di quelle col nome apparentemente più esotico, in realtà – come i lettori più ferrati in geografia regionale potrebbero notare – il nome deriva invece da quello di due piccoli borghi della Val di Fiemme congiunti nella toponomastica. A rimanere letteralmente folgorati da questo nome, furono i due cantanti Monika Callegaro e Franco Bertoldi che proposero ai loro soci musicali di adottarlo.
Era l’inizio del 1986, ma la storia era in realtà cominciata un anno prima o poco più, quando Bertoldi (che da poco aveva concluso l’esperienza con gli ZOT) era stato convinto a entrare come trombettista nella storica formazione della Stanza, per prendere un po’ le redini di quel gruppo dopo che il deus ex machina Paolo Toti Papotti, aveva deciso di mollare. Della vecchia Stanza erano rimasti Nando Nuresi, Marco Perrone e Tony Gazzignato; a ruota di Bertoldi, venne assoldato alle tastiere Sergio Farina, ma in breve tempo anche Gazzignato lasciò, il gruppo arruolò il giovanissimo Mario Punzi e per un po’ ci fu anche Stefano Roccato al sax.
“Fu Fabrizio Dall’Oca, fonico e quinto uomo della Stanza, – racconta Bertoldi – a chiedermi di provare a prendere in mano il gruppo; gli dissi che io non c’entravo nulla con la loro musica. Oltretutto lui al gruppo non aveva detto molto del mio arrivo. La storia comunque cominciò a ingranare, ovviamente io avevo i brani cantati che scrivevo e arrangiavo e volevo proporli al gruppo ed al tempo stesso cercavo anche di trovare una forma canzone al repertorio che la Stanza già aveva, ma che essendo rigorosamente strumentale mancava di armonizzazioni.”
Nel frattempo, era arrivata Monika Callegaro, giovanissima ma con una lunga esperienza nel campo dei concorsi canori. A questo punto c’erano tutte le premesse per il cambio di nome, visto che ormai era chiaro a tutti che la nuova band era una cosa diversa. Per un breve momento ci fu l’idea di chiamarsi Moonlight Combo, ma fu giusto un attimo, Cela Aguai era troppo bello. La nuova formazione poteva contare su un repertorio equilibrato tra le composizioni ironiche e graffianti cantate in italiano da Bertoldi e quelle più orientate verso il latin jazz ordite dal team Perrone/Nuresi/Callegaro: per quel che valgono i paragoni il nuovo sound era abbastanza in linea con quello che si ascoltava in quel periodo, un po’ in direzione soul, tipo Sade, un po’ sul tipo Everything But The Girl.
“Ricordo – ci racconta Monika – che per me era una cosa fantastica, andavo ancora a scuola e mi ritrovavo a essere la cantante di un gruppo che mi aveva accolta dandomi un senso di protezione, erano un po’ tutti i miei fratelli maggiori. E con Marco e Nando si trascorreva un sacco di tempo a parlare e parlare, fino a tardi, anche quando non ci trovavamo per fare musica.”
Il bassista Marco Perrone, dal canto suo non ha dubbi riguardo a quell’esperienza: “L’entrata di Franco nel gruppo ha portato una notevole crescita, sia dal lato musicale che umano. Le sue esperienze artistiche, parlo almeno per me, mi hanno posto davanti a grossi limiti che con il tempo ho dovuto colmare e non credo di esserci ancora riuscito. Ci sono brani di Franco, come ‘Pallida Estate’, che suonano ancora attualissimi.”
A completare il gruppo, poco dopo la sua nascita fu coinvolto anche il pianista Michl Lösch e in alcune occasioni il gruppo si arricchiva di altri ben noti elementi della scena locale, come Daniele Ravagnani e Carlos Alvarado Rodriguez. Anche se in quel periodo cominciavano a mancare le situazioni per esibirsi per quei gruppi che facevano musica originale, i Cela Aguai fecero alcuni concerti di rilievo anche nel vicino Trentino, a Riva del Garda, alle Olimpiadi del mondo dello spettacolo in quel di Lavarone, alla Festa dell’Unità sulla neve in Val di Fiemme. Sul finire dell’estate del 1987, i Cela Aguai si esibirono a Castelfranco Veneto, nell’ambito della selezione triveneta per il festival di Castrocaro e in quell’occasione incrociarono la propria strada con quella di Alessandra Amaddii, artista bolzanina di stanza allora a Milano. E nel giro di poco finì per entrare anche lei nella formazione come tastierista e corista. Di lì a poco però la storia della band sarebbe giunta precipitosamente al capolinea, con un concerto bolzanino da tutto esaurito al Kulturheim di Gries, il 29 dicembre 1987. Non doveva assolutamente essere un concerto d’addio, ma lo fu.
“Personalmente – conclude Bertoldi – sono convinto che i musicisti si dividano in due categorie: quelli che vivono di rendita e quelli che creano. È solo la mia opinione, ma a un certo punto mi è sembrato che nei Cela Aguai si stesse creando una situazione del genere.”
Per tutti però la musica è continuata a lungo, dai Cela Aguai nacquero i Causeffetto (Bertoldi e Amaddii), le S.A.M. Session (Callegaro e Amaddii), Marco Perrone entrò nel gruppo di Davide Marciano, Nando Nuresi suona nelle Cortinas de tango e accompagna Oscar Ferrari; Farina e Punzi sono stati per anni la sezione ritmica della Spritzband. E per finire con una nota di cronaca rosa, dai Cela Aguai sono usciti anche due matrimoni: Farina/Callegaro e Bertoldi/Amaddii.
Autore: Paolo Crazy Carnevale – musicofilo