Diego Baruffaldi, cantautore “da grande”

Il 26 settembre esce il primo album di Diego Baruffaldi in veste di autore di canzoni. L’educatore, organizzatore di evernti e musicista bolzanino è finalmente giunto a dare alle stampe un CD che s’intitola significativamente “La musica è chi ho incontrato”.

Viene quasi naturale citare il titolo del primo storico disco di Renzo Arbore, a proposito del debutto discografico di Diego Baruffaldi: in realtà però cantautore, Diego, lo è in pectore da sempre, solo che fino a oggi non si era quasi mai, o addirittura mai proposto in questa veste.
Nell’ambito musicale bolzanino tutti lo conoscono nelle vesti di animatore e organizzatore di ogni tipo di eventi, o per i suoi trascorsi musicali con i Nuova Epoca, con gli Swingin’ Pavones o, più recentemente con i Polemici; ora è finalmente giunto il momento di ascoltare le sue canzoni, dieci per adesso, raccolte in un CD che uscirà il prossimo 26 settembre e che s’intitola significativamente “La musica è chi ho incontrato”.
“All’inizio – ci racconta il vulcanico Diego – avevo pensato a una mossa originale del tipo presentare i brani affidandoli a dieci arrangiatori diversi, mi ero rivolto a Fiorenzo Zeni, Luca Sticcotti, Francesco Brazzo, per dare a ogni canzone una differente connotazione. La cosa però era troppo impegnativa e avrei dovuto investire più tempo e più energie. Così mi sono affidato a Marco Gardini e Davide Dalpiaz, un team collaudato e molto bravo, vicino alla componente pop dei miei gusti musicali. Loro mi hanno chiesto che cosa ascoltassi per farsi un’idea del tipo di suono. Ovviamente uno dei miei punti di riferimento è Nicolò Fabi e loro si sono tarati su certe sue produzioni, ma si sentono anche altre mie influenze che mi porto dietro dagli anni Novanta, tipo Vasco o gli Stadio.”
Il risultato è un disco molto godibile, che rivela soprattutto il talento di Baruffaldi per il mettere insieme le parole con buone soluzioni a livello di metrica, mai troppo disgiunta o troppo veloce, di pari passo c’è la scoperta della sua voce, molto personale e interessante, qua e là si colgono gli echi anni Novanta di cui sopra, in particolare nel contagioso rock di “Imparerò”, per “Solo sfumature” Gardini tira fuori un intro di chitarra addirittura hendrixiana mentre tra i brani più intimisti sicuramente emergono la conclusiva “Non ti ho lasciato il tempo” e “Gli innamorati”.
“Le canzoni – prosegue Baruffaldi – nascono tutte dagli incontri che faccio, quando sono in giro e parlo con qualcuno poi torno a casa e scrivo perché un dato incontro mi ha lasciato l’ispirazione, oppure da incontri con un libro che leggo e che mi stimola a scrivere e naturalmente dagli incontri musicali. Si tratta di cose scritte in un arco di tempo abbastanza lungo e scelte tra le tante che ho nel cassetto e che molte persone, soprattutto in ambito familiare, mi hanno spinto a tirare fuori. Scrivere canzoni è il mio linguaggio ideale per dire cosa penso, per comunicare delle cose, non ho dentro il fuoco sacro di dover diventare un cantautore di successo, però adesso che il disco l’ho fatto so che non voglio che resti lì. Avrei piacere che girasse e venisse ascoltato e in questo posso contare sull’assist della Sonitus di Milano che ne cura le edizioni musicali e lo metterà online nella su libreria virtuale pop.”
Per finanziarsi almeno parzialmente l’operazione, Baruffaldi ha fatto degli house-concert a casa di amici e non solo, una sorta di crowdfunding a modo suo, e così gli piacerebbe poter presentare al pubblico il risultato, senza band al seguito, anche se la band è stata fondamentale – e mai invasiva – nel creare il corpo sonoro del disco: oltre ai due produttori e arrangiatori, in vesti di tastierista e chitarrista, ci sono Matteo Dallapè alla batteria e Francesco Dallago al basso: “È stata una scelta voluta – continua raccontarci il cantautore – per focalizzare l’attenzione su di me e sulle mie canzoni, in alcune di esse ci sono i cori di Giò Chiericati, in una c’è la voce di Anna Mongelli, ma l’unico pezzo con un ospite vero e proprio è ‘Qui è facile’, che ho scritto e cantato con Tachi, il cantante dei Polemici.”
Tra l’altro, proprio nella parte finale di questo brano, in coda al cantato di Tachi, Baruffaldi mette sul piatto una riuscitissima performance vocale. Unico appunto che ci viene da fare al disco, è riguardo alla grafica, un po’ troppo compressa, che rende difficile la lettura dei testi.
Per intanto in attesa di concretizzare l’idea di presentare il disco con piccoli eventi casalinghi, Diego in occasione dell’uscita del disco, il 26 settembre, terrà due concerti acustici in solitudine a Villa delle rose, uno alle 18.30 e l’altro alle 20.30, per poter garantire il distanziamento sociale: ovviamente viste le ristrettezze imposte dall’emergenza, è gradita e consigliata la prenotazione, telefonando direttamente a lui al numero 331 7538866.

Copyright foto: Samira Mosca

Autore: Paolo Crazy Carnevale – musicofilo

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