Nei giorni scorsi, (pubblicazione 6 novembre) la passione del bolzanino Paolo Brillo per Dylan e per la fotografia è stata coronata dall’importante pubblicazione di un ricco volume, intitolato No Such Things As Forever consistente in oltre trecento pagine, del formato quasi corrispondente a un disco in vinile: un volume che documenta ben trent’anni di concerti dylaniani in Italia, in Europa e anche in America.
Ci sono artisti che amano stare sotto i riflettori e ce ne sono altri che invece più i riflettori li rifuggono più attizzano le voglie dei fan: Bob Dylan è sicuramente il re di questa seconda categoria; da un certo punto della sua carriera in poi il poeta/rocker/premio Nobel ha cominciato a rifiutare di essere illuminato dai fari durante i concerti e di pari passo ha evitato i fotografi come la peste, per altro curando assai poco la propria immagine pubblica.
Il fotografo bolzanino Paolo Brillo, di tutto questo se n’è sempre infischiato, lui ai concerti di Bob Dylan ci è sempre andato con la macchina fotografica ed è sempre tornato a casa coni suoi bei souvenir fotografici dei concerti, tanto da divenire fotografo ufficiale della rivista inglese Isis, interamente dedicata al musicista americano. Nei giorni scorsi, (pubblicazione 6 novembre) la passione di Brillo per Dylan e per la fotografia è stata coronata dall’importante pubblicazione di un ricco volume, intitolato No Such Things As Forever consistente in oltre trecento pagine, del formato quasi corrispondente a un disco in vinile: un volume che documenta ben trent’anni di concerti dylaniani in Italia, in Europa e anche in America.
“In origine – ci racconta Paolo Brillo – il libro avrebbe dovuto avere anche l’imprimatur dello stesso Dylan… avevo incontrato a New York l’avvocato Jeff Rosen, che è il suo manager, uno degli uomini che ne curano non solo l’immagine ma anche tutti gli interessi commerciali finanziari. Pareva che da parte loro ci fosse interesse, ma poi tutto è rimasto nell’oblio probabilmente perché un libro di foto scattate furtivamente durante i suoi concerti sarebbe andato contro la loro politica sull’assoluto divieto di fotografare l’artista dal vivo.”
D’altra parte anche per il disco uscito la scorsa estate, il management del musicista ha scelto una fotografia del 1996, confermando una costante poca cura, di pari passo col poco interesse, per una promozione d’immagine che potrebbe contare su materiale fotografico di qualità e più recente. Se da un lato, per i dischi d’archivio di Dylan la cura del materiale iconografico è superlativa, negli ultimi trent’anni e forse più i contenuti e la grafica dei dischi e dei programmi dei concerti sono davvero pessimi.
Brillo però, i cui scatti non hanno nulla da invidiare a quelli dei maggiori professionisti della musica fotografata, una volta tramontata l’ipotesi editoriale legata all’incontro con Rosen, forte della sua collaborazione con Isis e con il mensile italiano Buscadero ha presto ricevuto un’offerta relativa al libro fotografico su Dylan dalla Red Planet Books, casa editrice britannica con distribuzione a livello mondiale. Così dopo una lunga gestazione legata alla scelta delle foto, della carta, del formato, dal 6 novembre il volume è distribuito praticamente in tutto il pianeta.
“Derek Barker, l’editore di Isis – prosegue il fotografo – mi ha chiamato un giorno dicendo che c’era un editore di nome Mark Neeter che aveva visto le mie foto e voleva assolutamente propormi di farne un libro. Dopo aver verificato la serietà dell’editore e aver ricevuto le opportune garanzie sulla realizzazione di un libro di qualità, ho deciso di accettare la sua proposta e dopo due anni di lavoro, il libro è finalmente una realtà. Solo lavorando in prevendita ne sono state vendute parecchie copie e questa è naturalmente una grande soddisfazione oltre che una partenza incoraggiante. La cosa a cui tenevo particolarmente è che fosse un bel libro perché quando ti butti in una cosa del genere non puoi sbagliare. A me piace parecchio il tipo di scenografia usata da Dylan sul palco negli ultimi anni, molto in linea con quello che è diventato il suo modo di cantare. è anche parecchio teatrale, cosa che si adatta bene con il fatto che ora tiene molti concerti in grandi teatri.”
Ma Paolo Brillo non è un fotografo monotematico, il suo portfolio include anche un numero incredibile di foto di altri artisti, da quelli come Rolling Stones, Neil Young, Roger Waters, tanto per dirne solo tre, che ha fotografato dal vivo sui grandi palchi europei, a quelli catturati nel suo studio in occasione di esibizioni bolzanine o in location a noi molto familiari, come Castel Roncolo, dove lo scorso anno ha fatto una session fotografica con Scarlet Rivera, guarda caso una musicista che negli anni Settanta ha lavorato con Bob Dylan in uno dei suoi momenti più esaltanti.
In foto principale: a sinistra Bob Dylan e a destra Paolo Brillo
Autore: Paolo Crazy Carnevale – musicofilo