Prima che sia troppo tardi…

L’autocritica è una virtù rara che i cattolici chiamano significativamente “esame di coscienza”. Personalmente penso che noi abitanti della provincia di Bolzano, e con noi i nostri governanti, dovremmo approfittare di questo nuovo lockdown per fare per lo meno una profonda riflessione.
Molti di noi in primavera hanno sperimentato per lo meno il significato se non addirittura gli effetti, in famiglia o attraverso i conoscenti, della grave malattia che ci sta mettendo in scacco. Ma è evidente che questa esperienza – ripeto: diretta o indiretta – non ha prodotto la necessaria profonda consapevolezza che porta a una generalizzata responsabilizzazione.
Tutti noi sapevamo che vi era un forte probabilità che il virus si rifacesse vivo dopo l’estate, ma molti di noi hanno preferito non pensarci o – peggio ancora – comportarsi come se niente fosse. E l’atteggiamento di questi molti, ahinoi, è stato di fatto promosso e giustificato, per lo meno indirettamente, dalla politica locale che – fino a quando ha potuto, ovvero fino a ieri – ha lasciato che le normali attività di aggregazione si svolgessero secondo consuetudine.
Non è dunque per uno scherzo del destino se la provincia di Bolzano, oggi, è una delle zone d’Italia maggiormente messe in ginocchio dalla seconda ondata di Covid-19. Una buona parte di responsabilità l’abbiamo tutti noi, che abbiamo potuto e voluto rischiare, tra l’altro supportati da un’autonomia decisionale che – mentre tentava disperatamente di mantenere larghe le maglie – allo stesso tempo creava disorientamento nella popolazione locale, notoriamente più ligia alle regole rispetto al territorio nazionale ma – appunto – spasmodicamente impegnata nel tentativo di capire quali fossero mai, queste benedette norme sempre più contraddittorie e mutevoli.
Da qualche giorno l’intero territorio provinciale è tappezzato di manifesti sui quali troneggiano due scritte: “prima che sia troppo tardi” e “adesso tutti” (intendendo con questo la necessità di utilizzare tutti, finalmente e correttamente, la mascherina).
Noi tutti sappiamo come si inserisce la retromarcia. Il problema è che non è così facile “scalare” dalla quarta. Ma ce la faremo, ne sono davvero certo.
Abbiate cura di voi!

Autore: Luca Sticcotti – Direttore del giornale

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