Continuando nella riscoperta dei giardini nascosti o poco noti di Bolzano, dopo quello di palazzo Toggenburg (Qui Bolzano, 12.11.20, n˚ 22); non possiamo non parlare di alcuni spazi verdi che ornavano e ornano la nostra area urbana. Uno di questi è il giardino Moser, che sorgeva fra via della Rena e via della Stazione. Anche tale architettura del verde, secondo il gusto dell’allora proprietario, doveva appagare unicamente lo sguardo. Il giardino, tagliato in parte “all’italiana” e in parte all’inglese, era sito – in mezzo a statue, fontane, nicchie architettoniche con sfondi affrescati con le tecniche pittoriche dell’trompe-l’oeil – immerso nel verde proprio a pochi passi dal Duomo. Fra il 1860 e il 1880 era uno dei parchi più invidiati della città. Stefan Georg, di esso scriveva: “Entra anche tu nel giardino…e ammira.”
Altro parco ammirato dai bolzanini è il giardino Rottensteiner situato fra via Rafenstein, il maso medievale Mauracherhof e la Torre Druso/Troyenstein. L’ampio spazio verde di circa tremila metri quadrati, ospita piante secolari, tra le quali cipressi, frassini, cedri, ciliegi, faggi, palme, magnolie, pini e ippocastani. Nacque alla fine dell’800 per volere degli allora proprietari, i Rosenthal. I produttori di porcellane di origine ebraica, dal cognome famoso, acquistarono la proprietà in quel periodo e ne fecero la loro residenza estiva. A loro si deve la creazione del parco, la collocazione del laghetto con piante acquatiche, canne di bambù, una fontana dalle forme storiche, un padiglione adornato di piante rampicanti e la collocazione di colonne isolate in stile corinzio. Morti i Rosenthal la proprietà è poi passata agli attuali Rottensteiner, i quali hanno mantenuto integre le precedenti strutture.
Atri giardini e parchi adornavano Bolzano e la sua periferia, fra questi quelli che si affacciavano da Gries verso Bolzano, oggi al loro posto troviamo il Lungotalvera S. Quirino. Dalle vedute del 1850, anche tali parchi prospicienti il Talvera erano regolati con aiuole disposte all’italiana, fontane monumentali, urne di gusto classico e alberi di decoro. Altri sorgeranno intorno a castel Flavon con un laghetto per i pesci; nella villa Wendlandt in via Fago, dove poi sorgerà il parco e il palazzo Ducale, e in altre aree urbane, mentre Bolzano si apprestava già a disporre dei primi parchi pubblici.
Autore: Flavio Schimeti