In foto: sulla sinistra le sorelle Giovanna e Maria Rossi, 77 e 73 anni. Sulla destra Gino Rossi, 93 anni.
Un Natale diverso dagli altri, ma che l’iniziativa “C’era una volta il Natale…” ha trasformato in un’occasione per chiedersi quanto sia cambiato il nostro modo di vivere questa festa. Come veniva vissuto il Natale cinquanta, settanta o, perché no, novant’anni fa? ACLI e VKE hanno raccolto le memorie di chi era bambino allora e le ha condivise con chi, invece, è bambino oggi. Cos’è cambiato, dunque?
Due associazioni di Egna, ACLI e VKE, hanno pensato di creare una particolare atmosfera natalizia in questo periodo di pandemia. L’idea, ispirata da un altro progetto simile, è stata chiamata “C’era una volta il Natale…”, e sono stati coinvolti parecchi “nonni” di Egna, che hanno condiviso i ricordi dei Natali passati. Storie toccanti e semplici, capaci di trasportare in altri tempi. Ricordi e fotografie sono stati pubblicati su Facebook e su un quotidiano, ma il “passaggio di testimone” più bello di quest’iniziativa è stata la condivisione di queste interviste con le bambine e i bambini delle scuole primarie e materne in lingua italiana e tedesca di Egna, così da fare conoscere le realtà di una volta ai bambini di oggi. “C’era una volta il Natale…” è stata una bella esperienza anche per gli stessi anziani, protagonisti e narratori dei racconti.
Si incontrano così storie come quella di Giovanna e Maria Rossi, due sorelle di 77 e 73 anni. La loro era una famiglia numerosa e povera. L’inverno, all’epoca, era freddissimo e c’era tanta neve. Raccontano che “per l’arrivo del Natale noi bambini eravamo bravissimi perché aspettavamo Gesù Bambino e gli adulti ci dicevano che Lui avrebbe visto chi era stato il più bravo! La sera di Natale nostra mamma addobbava l’albero, mentre noi bambini dormivamo, e preparava un cesto pieno di mandarini, nocciole e pantofole; le avremmo trovate come sorpresa il mattino di Natale”.
C’è poi il ricordo del signor Gino Rossi, che di anni ne ha 95. La sua famiglia era di estrazione contadina e non poteva permettersi lussi. Anche lui ricorda la rigidità di quegli inverni, la neve e l’abitudine a divertirsi con poco. Il Natale lo festeggiavano in famiglia, senza albero né presepe, date le poche possibilità. Il regalo che ricorda Gino Rossi è un piatto di nespole.
Il racconto di nonno Isidoro Carlotto è semplice e risale a molto tempo fa, dal momento che Carlotto, oggi, ha 101 anni. Con le due sorelle e i due fratelli, il giorno di Natale purtroppo non lo festeggiavano: non potevano permetterselo. Festeggiavano, però, la festa della Befana, e poiché lavoravano come gli altri giorni, tra bestiame e campi, si svegliavano presto e trovavano appese nel camino delle calze rotte con dentro mandarini e noci: “Eravamo i bambini più felici al mondo, perché non potevamo mangiarli ogni giorno”.
Mario, 80 anni, ricorda che invece festeggiavano il Natale ogni anno. I suoi genitori facevano trovare a lui e ai suoi 8 fratelli l’albero addobbato con i biscotti e sotto i mandarini, le caramelle e i vestiti fatti dalla mamma. Un ricordo molto simile a quello della novantenne Ida, che racconta di come anche ai suoi tempi non ci fossero tanti soldi, eppure “il Natale lo si festeggiava tutti assieme, sotto l’albero c’era sempre qualcosa di dolce o da vestire, quando si poteva”.
Sono molti i ricordi natalizi che questi nonni, più e meno giovani, avrebbero da raccontare, ma facendo attenzione c’è qualcosa che li accomuna tutti: le poche possibilità, la mancanza di soldi, il duro lavoro; eppure, c’era sempre il tempo e la voglia di festeggiare il Natale con i propri cari, anche con poco e con cibo semplice. Se c’è una cosa che arriva, chiara, al lettore dopo aver letto questo ricordi, è senz’altro l’importanza di saper trovare la gioia e la felicità nelle piccole cose.