L’oziorrinco è un genere di coleotteri curculionidi, fitofagi notturni, che comprende oltre 1500 specie, diffuse nella zone dell’Europa meridionale, dell’Africa settentrionale e dell’Asia a nord dell’Himalaya. Sebbene l’appellativo ne richiami una certa ironia, in virtù dell’accezione ‘ozio’ e dell’aggettivo ‘rinco’, questo coleottero è tutt’altro che innocuo. La sua presenza si riscontra dalla forma dentellata che acquisisce il fogliame dopo il suo passaggio.
In Trentino-Alto Adige ne esistono 11 specie. Le varie specie si differenziano soprattutto per dimensioni, sottigliezze di colore, lucentezza, orari di attività e dal tipo di piante di cui, larve e adulti, hanno deciso di cibarsi. L’esemplare adulto è caratterizzato da una testa allungata con antenne prolungate in avanti, l’addome e il torace di forma sferica con finale dolcemente appuntito e sei zampe. Cammina sui rami, sugli steli, sui fusti e si arrampica sui sostegni, ma è un pessimo volatore. I danni dei coleotteri adulti sono generalmente piuttosto marginali, a meno di gravi infestazioni. L’oziorrinco compie di norma una sola generazione l’anno. Sono le larve il vero tallone d’Achille! Esse vivono nel terreno, penetrano nell’apparato radicale scavando vere e proprie gallerie, si cibano dei tuberi, erodono le radici fino ai colletti: le piante colpite presentano un accrescimento stentato, appassiscono, avvizziscono fino a soccombere. L’attacco arriva subdolamente dal sottosuolo, quindi non si vedono arrivare né bruchi, né farfalline. Il danno delle larve è tipicamente estivo, nel BalconORTO di luglio, agosto e settembre. Al pari della temibile cimice asiatica, l’oziorrinco si rivela un nemico arduo da debellare, a causa della sua corazza esterna, nonché dal fatto che le larve stazionino nel terreno ad un profondità tale che nemmeno l’impiego di insetticidi chimici ci garantisca il successo nella lotta. Colpisce fragola, lampone, cavolo, pomodoro, peperone, patata, lattuga, mais, topinambur, zucchina, zucca, pesco, albicocco, ulivo, vite, ginepro, alloro, agrifoglio e piante ornamentali e forestali.
Rimedi: 1) cattura manuale, tramite battiture serali delle piante; 2) galline nell’orto; 3) frequenti zappettature e sarchiature del terreno, per prevenire l’insediamento delle uova; 4) insetticida biologico Botanigard 22wp a base di spore di Beauveria bassiana; 5) uso specifico di nematodi entomopatogeni: A) Heterorhabditis megidis o bacteriophora: attivo con una T° del terreno > ai 10° C e T° max di 25° C; ha bisogno di un velo d’acqua per muoversi, ma è in grado di ricercare attivamente la preda; B) Steinernema kraussei: attivo con una T° del terreno > ai 6° C e aspetta la preda senza il bisogno di un velo d’acqua (fonte: Notiziario tecnico Iasma del Centro Trasferimento Tecnologico della Fondazione Edmund Mach – Istituto Agrario di S. Michele all’Adige).
Autore: Donatello Vallotta