Il cantante e fonico di Laives recentemente ha pubblicato un lavoro che lo vede protagonista come autore, attorniato da un gran numero di musicisti della scena locale. Il risultato è un disco vario, ben fatto, partecipato. Citare dei titoli vorrebbe dire trascurarne ingiustamente altri, ma è l’insieme il punto forte di questo progetto il cui trait d’union è proprio Carmelo Giacchino, con le sue idee abbozzate e col suo grande spirito sciamanico che sovrintende sapientemente l’insieme.
Qualche anno fa, Carmelo Giacchino ha realizzato che erano ormai quasi vent’anni che aveva deciso di passare la barricata nel mondo musicale, da membro di un gruppo a fonico, specializzandosi in particolare in produzioni indie, ma senza mai rifiutare i propri servigi e la propria esperienza a nessuno e ospitando nel proprio studio (nelle sue varie mutazioni geografiche e eponime) un sacco di artisti di ogni estrazione ed età.
“Gli inizi sono stati davvero avventurosi – ci racconta Giacchino – con i miei amici Luca Predenz e Michele Zambai nello studiolo allestito dentro un garage di viale Europa. Ci eravamo sbattuti parecchio per insonorizzarlo e renderlo idoneo alla bisogna, solo che in un garage vicino aveva fatto la sala prove un gruppo che non si era minimamente preoccupato di fare lo stesso, così il condominio soprastante li fece sloggiare in men che non si dica. E per non saper né leggere né scrivere, fecero sloggiare anche noi”.
Dopo di allora Giacchino e soci rilevarono il vecchio studio di Loredano Andreasi, a Oltrisarco, poi ci fu lo ZEM Studio ai Piani, ed ora, da un bel po’ di tempo e col nome di NoLogo, la sede del fonico/produttore è stabile a Laives, dove lavora con Fabione Sforza, occupandosi non solo di musica, ma questa è un’altra storia, pur se strettamente collegata.
Complici le nuove tecnologie, che permettono di metter giù una traccia per un brano anche col solo uso di uno smartphone, Giacchino ha cominciato a – per così dire – prendere appunti, strimpellandoli con la chitarra mano a mano che gli venivano idee da poter condividere con gli amici e gli artisti con cui e per cui ha lavorato nei suoi vent’anni di attività dietro il banco di regia. Tra una cosa e l’altra però, anche se le bozze c’erano quasi tutte allo scadere dei fatidici vent’anni, il lavoro ha richiesto molto più tempo del previsto, complici gli impegni di ciascuno. Ora però il lavoro è terminato e disponibile, in forma download e di chiavetta USB con tanto di booklet, col titolo di 21 Years, con riferimento alle ventun tracce di cui si compone e col fatto che è stato deciso di farlo uscire il primo gennaio 2021.
“Ho girato a diversi cantanti – prosegue il soundman – i file con gli abbozzi delle canzoni, chiedendo a loro di sviluppare dei testi e di contribuire all’arrangiamento, sfidandoli a trovare una dimensione più interiore, un qualcosa che recuperassero da un’emozione o da un sentimento. Da ex cantante, anche se in questo lavoro sono tornato anche a cantare in un paio di occasioni, riesco a sviluppare una certa empatia con chi sta dietro al microfono al di là del vetro. Con certe cantanti come Annika Borsetto, Tea Ducato, Petra Dotti, Monika Callegaro è stato davvero molto naturale portare a termine i brani. Con Monika ci eravamo anche riproposti di fare un intero disco assieme. Con qualcuno la lavorazione si è protratta quasi fino all’ultimo momento: con Tea e con Bertrand Risè ci siamo ritrovati a terminare le registrazioni poco prima di Natale”.
Il parterre di 21 Years è immenso, Carmelo è riuscito a coinvolgere davvero una schiera di amici e colleghi senza fine, nominarli tutti prenderebbe troppo spazio, ma possiamo almeno fare qualche nome: Akku, Bombardato, Luca Sticcotti, Rino Cavalli, Sandro Giudici, Michael Monteleone, Lorenzo Barzon, Gabriele Stegher, Katrin Tartarotti, Ictus Trentini.
“Mi è venuto naturale di pensare a delle collaborazioni – continua Giacchino – perché l’aver fatto parte per anni di varie band era dovuto al fatto che mi piaceva lavorare con gli altri. Sia con gli Ansia che con gli Jagoda, e poi coi Mida, ho sempre partecipato al team creativo, anche non essendo necessariamente sempre il cantante. Nel disco, chiamiamolo così, ci sono cose diverse, da intuizioni metal ai Massive Attack, musica etnica, reggae, rock. Facendo il fonico lavori con tanta gente e inevitabilmente allarghi i tuoi orizzonti musicali. In particolare comunque sono stati fondamentali le presenze di Lorenzo Scrinzi, che fino ad un paio di anni fa lavorava nello studio come arrangiatore e produttore e quindi era sempre lì, disponibile a piazzare un intervento di chitarra in un brano o nell’altro, e di Fabio Sforza, che in un brano suona quasi tutto e canta: loro due appaiono in molti brani e mi hanno dato una grossa mano. E poi c’è la sezione ritmica di Mirko Giocondo e Thiago Accarrino, che abbiamo usato più volte nel progetto”.
Il risultato è un disco vario, ben fatto, partecipato. Citare dei titoli vorrebbe dire trascurarne ingiustamente altri, ma è l’insieme il punto forte di questo progetto il cui trait d’union è Carmelo Giacchino, con le sue idee abbozzate e col suo grande spirito sciamanico che sovrintende sapientemente l’insieme.
Autore: Paolo Crazy Carnevale – musicofilo