Non capita di rado che nella nostra rubrica ci occupiamo di bolzanini che hanno messo radici altrove pur rimanendo attivi in ambito musicale: parliamo oggi di un musicista bolzanino di stanza a Bologna e che proprio poche settimane fa, insieme al gruppo di cui fa parte, gli Stereokimono, è finito in un ricco tributo a Syd Barrett, fondatore dei Pink Floyd nonché principale artefice del primo disco del gruppo nel lontano 1967.
Alex Vittorio degli Stereokimono è il bassista (insieme a lui ci sono la batterista Cristina Atzori e il chitarrista Antonio Severi), ne è uno dei fondatori e componenti da quasi venticinque anni, e con loro ha realizzato tre CD.
I suoi trascorsi musicali sono cominciati a Bolzano, nella cella frigorifera di fronte alla sala dove provavano La Stanza e altri gruppi storici del capoluogo.
“Eravamo alcuni amici appassionati della musica che girava intorno in quegli anni – ci racconta Alex –, tutti più o meno alle prime armi, ma facevamo ostinatamente pezzi nostri. Poi c’è stata l’esperienza un po’ più seria con gli Zarah, nei primi anni Ottanta. Quello alla Eule fu il mio primo vero concerto in un locale pieno, e non per i soliti dieci amici, con pubblico pagante. Ricordo ancora che ero terrorizzato! Poi ci fu l’Altrockio: Eule e fiera, posti che oggi non esistono più, ma indelebili per noi ex ragazzi dell’epoca. Come Zarah abbiamo anche partecipato a un progetto di Ricky Gobbo, mio amico d’infanzia e di cortile.” Alex ha mantenuto i contatti con alcuni amici dell’epoca, in particolare con Enrico Visintin, con cui ricorda con piacere le jam ai tempi dei Gegia Miranda, e con Marco Dalle Luche di cui ha pubblicato sulla propria etichetta (Peter’s Music Castle) il disco di debutto dei Satelliti. Alex è uno di quelli che sono rimasti davvero fedeli alla linea; se il prog rock e certa musica d’avanguardia britannica erano i modelli dei suoi esordi, con gli Stereokimono si muove in direzione analoga, con una spruzzata di psichedelia colta e Canterbury sound. “Hai ragione – commenta – il Prog è entrato nel mio DNA musicale quand’ero ragazzino, insieme però a tanti altri stimoli come wave, elettronica, jazz. È anche vero che certi barocchismi o ipertecnicismi fini a sé stessi di parte di quella musica mi annoiano. Tra le band mi hanno influenzato molto i mitici Gong: spaziali, psichedelici e folli, con quella loro personalissima vena surreale, ironica e totalmente bizzarra. Abbiamo definito la nostra musica rock psicofonico obliquo perché non ci volevamo riconoscere in un genere preciso, ma spaziare liberamente senza preclusioni, ci piace molto scherzare anche attraverso la musica, quello che ci importa è riuscire a portare il nostro pubblico a sognare in una dimensione di viaggio immaginifico, facendo musica in totale libertà, magari con un pizzico di autoironia.” E basta ascoltare i dischi degli Stereokimono per rendersene conto, fin dalle copertine il richiamo ai Gong è palese. Il gruppo è anche andato molto vicino al diventare professionista, ma Alex orgogliosamente ci racconta che comunque per vent’anni, fino a poco tempo fa è davvero riuscito a vivere di musica lavorando a tempo pieno al centro musicale Ca’ Vaina di Imola. Il contributo al disco Love You, A Tribute To Syd Barrett uscito per l’etichetta inglese Gonzo Multimedia lo scorso 6 gennaio, giorno del compleanno di Barrett, vede gli Stereokimono alle prese con una riuscita versione di It’s Obvious. Gruppi da diverse parti del mondo (dagli USA al Messico al Giappone) hanno riarrangiato liberamente i brani di Barrett. “Anni fa – conclude il musicista – partecipammo a Vegetable Man Project, sempre dedicato a Syd e uscito su vinile per un’etichetta italiana. Siamo stati invitati a partecipare al nuovo progetto dai produttori artistici che già conoscevano i nostri trascorsi. Per prima cosa abbiamo tirato giù dal disco accordi e temi del brano originale e poi abbiamo cominciato a improvvisare in libertà, l’idea era di fingere che gli Stereokimono, entrati in una macchina del tempo, fossero lì a provare il pezzo con Syd, insomma abbiamo semplicemente stereokimonizzato il brano cercando di mantenerne intatto lo spirito di fondo ma giocando sulle forme a modo nostro. Per il cantato abbiamo scelto il cantautore psichedelico Dario Antonetti.”
Autore: Paolo Crazy Carnevale