Dopo 41 anni alla presidenza dell’Associazione assistenza tumori della Bassa Atesina, con sede a Egna, la fondatrice Mariangela Berlanda Poles rassegna le dimissioni, ma rassicura “la mia porta sarà sempre aperta.” Si tratta di una donna e figura importante per il territorio, che è riuscita farsi voler bene facendo del bene. Mariangela si racconta con tranquillità e vede nei giovani il futuro dell’Associazione.
La sua è una lunga storia all’interno dell’Associazione; una storia che però ora giunge al termine.
Sì. Lascio il posto ai giovani, perché spero che ci siano delle persone che vogliano entrare all’interno dell’Associazione e magari pensare di candidarsi alla presidenza.
Però me ne andrò in febbraio, quando ci saranno le nuove votazioni, fino ad allora sono ancora presidente.
Con che umore lascia la presidenza?
Guardi, sinceramente non lo so. Sono tranquilla, spero di aver di aver fatto il mio dovere.
Lascia la presidenza, ma non le persone.
Senz’altro, la mia porta per i pazienti è sempre aperta. È aperta anche per chiunque avesse bisogno di un consiglio. Ma ho una certa età, consigli io ne posso dare pochi, perché ormai sono altri i modi di portare avanti un’associazione. Sono più che sicura che i nuovi collaboratori svolgeranno questo compito nel migliore dei modi.
Ha un ricordo particolare, di tutti questi anni?
Io le cose le faccio e poi le dimentico, perché le faccio talmente volentieri e con la sicurezza di fare una cosa buona che dopo mi dimentico, ecco.
Ci sono già dei probabili candidati alla presidenza?
Che io sappia no, non ho ancora sentito nomi. Ma senz’altro ci saranno delle persone anche più in gamba di me, perché quando ho cominciato io era tutto più facile. Chi arriverà adesso avrà delle difficoltà perché è cambiato tutto il modo di fare. Però sono sicura che saranno tutte persone intelligenti e giovani, quelle che da adesso si prenderanno queste responsabilità, e le porteranno avanti anche meglio di me. Di una cosa sono più che certa: coloro che si prendono la responsabilità di entrare in un’associazione come la nostra hanno la possibilità di dimostrare la loro disponibilità verso il prossimo, e quindi non possono essere persone cattive.
Cosa ha lasciato a quest’associazione?
Devo essere sincera? Tutta me stessa. Ho cercato di dare il massimo. Naturalmente sempre con la complicità di tutti i miei collaboratori, perché da sola non avrei fatto niente. Siamo sempre andati tutti d’accordo e credo stia tutto lì: quando si ha una buona collaborazione va tutto bene.
Cosa pensa di fare, dopo?
Niente. Sono contenta di amare i miei figli, e ho la fortuna di averli tutti e cinque attorno, e di fare quello che riesco a fare. A 86 anni penso che si possa dare poco, però quel poco che do, cerco di darlo con amore.
Rimpiange qualcosa?
Io? No. Non rimpiango niente, perché quello che ho dato e ho fatto – anzi, quello che abbiamo fatto, con i miei collaboratori, lo abbiamo fatto assieme e veramente dal profondo del nostro cuore, convinti di fare la cosa giusta.
Autrice: Ana Andros, COOLtour