A metà giugno è uscita la notizia del cantiere del Waltherpark invaso dall’acqua di falda. Il responsabile della ditta Signa, Heinz Peter Hager, di fronte al rischio di ritardi dei lavori, aveva auspicato una revisione della normativa che vieta il pompaggio dell’acqua. Per capire meglio cosa sia successo e per fare il punto della situazione abbiamo contattato il dott. Thomas Senoner, geologo e direttore dell’ufficio provinciale gestione sostenibile delle risorse idriche.
Dott. Senoner, di cosa si occupa il suo ufficio?
Il nostro compito è quello di occuparci dell’emissione delle concessioni per l’utilizzo delle acque pubbliche. Nel caso particolare di Bolzano abbiamo il compito di tutelare la salvaguardia della falda. La quasi totalità delle acque che sgorgano dai rubinetti del capoluogo provengono infatti dal sottosuolo. Tutti gli scavi nel sottosuolo sono regolamentati e, qualora raggiungessero profondità elevate, vengono vagliati dal nostro ufficio.
Può spiegarci cos’è una falda acquifera?
La falda è l’accumulo di acqua nel sottosuolo. Nella Val d’Adige c’è una immissione nella parte alta della falda tramite i fiumi: l’acqua percola nel sottosuolo e grava sulla esistente superficie di un lago sotterraneo che si sviluppa negli interstizi delle sabbie e ghiaie.
La falda da cui si pesca l’acqua potabile è molto più profonda di quella emersa a giugno nel Waltherpark?
Si certo, più si scende in profondità, più l’acqua è pura, e meno subisce influenze dalla superficie. Anche quella che ha allegato il cantiere è acqua di falda, ma molto più superficiale. Per intenderci non ha ripercussioni sull’acqua che esce dai rubinetti. Magari tra 20 anni la si pescherà nel pozzo di Laives…
Quindi quando l’acqua di falda si alza fino a bagnare i cantieri non ci sono ripercussioni sull’acqua potabile…
Assolutamente no, in quanto le acque potabili vengono emunte da profondità molto maggiori di quelle degli scavi. I pozzi raggiungono delle profondità tra gli 80 ed i 100 metri sotto Bolzano.
Heinz Peter Hager in una intervista rilasciata a giugno alla RAI, cita una delibera della Provincia Autonoma di Bolzano del 1983 di tutela dell’acqua del sottosuolo. E afferma di sperare nella sua revisione per consentire al cantiere del Waltherpark di pompare via l’acqua.
è un discorso complesso. Il pompaggio di per sé non è un problema, ma se iniziamo a permettere i pompaggi allora la spinta per fare scavi più profondi diventa chiaramente maggiore. Con questa linea dura quindi si costringono i costruttori a muoversi ad una profondità dove non vanno a riscontrare la falda.
A Bolzano è successo che nel mese di giugno la falda si è alzata su di un livello eccezionalmente alto e quindi è andata ad intercettare anche lo scavo del Waltehrpark, che è giusto in corrispondenza di quello che noi normalmente permettiamo come livello massimo di scavo. Loro sapevano che c’era questo rischio.
Nel 2021 è andata così: l’anno scorso abbiamo avuto due fenomeni di elevatissima portata d’acqua da parte dei rii e questi hanno alzato in modo eccezionale la falda, poi abbiamo avuto un inverno particolarmente nevoso e con lo scioglimento delle nevi quest’anno l’acqua si è alzata di molto.
Ma non potendo pompare via l’acqua, cosa si può fare?
Devono aspettare che l’acqua scenda da sola.
Ma se la falda si alza ancora, a cantiere ultimato, rischiano di avere acqua anche nell’edificio?
Tenga presente che le costruzioni vengono fatte in una cosiddetta vasca bianca che è caratterizzata da cementi impermeabili e lì dove ci sono i giunti delle varie gittate viene anche inserita una guaina. Quindi queste strutture sono fatte in materiale inerte (che non ha ripercussioni negative sulla qualità dell’acqua), ovvero materiali neutri ma impermeabili. La vasca bianca è un lavoro in più ed ha dei costi più elevati, ma garantisce che non entri acqua nella costruzione.
La delibera in merito al pompaggio dell’acqua rischia di essere modificata, secondo lei?
Assolutamente no: l’acqua potabile è un bene prezioso, e una risorsa inestimabile, tutta Bolzano beve un’acqua eccezionale che non è filtrata e non è trattata. Per quattro garages non è che mettiamo a rischio la falda. Per quanto mi riguarda, darò sempre parere negativo a modificare la delibera.
Autore: Till Antonio Mola