Una guida per non perdersi in Rete

La Rete può essere un posto pericoloso; internet è una jungla in cui è facile perdersi, e trovare la via d’uscita è a volte difficile, soprattutto se non si hanno gli strumenti giusti per riuscire a gestire questo strumento. È per tutelare bambini e ai giovani adolescenti da rischi, pericoli e insidie dello “schermo blu”, che il professor Pino Maiolo – fra le altre cose psicanalista e psicoterapeuta dell’età evolutiva – ha ideato e lanciato il progetto “Safe Internet sicuro. Adottiamoci!”, rivolto ai ragazzi ed agli insegnanti delle ultime classi della scuola primaria.

Realizzata in collaborazione con il centro “Il Germoglio” e “La strada / der Weg”, l’idea del professor Pino Maiolo riprende un’iniziativa da lui lanciata qualche anno fa.
Già nel lontano 2007, infatti, Il Germoglio aveva inaugurato un percorso di educazione digitale per le scuole, con l’obiettivo di formare i docenti ed educare i ragazzi sui pericoli della rete e sul corretto uso degli strumenti digitali. La richiesta di creare un progetto più ampio, con il coinvolgimento di tutta la comunità educante, nasce dal fatto che i bambini oggi entrano prematuramente in contatto con la rete attraverso i social e sono ancora più esposti ai pericoli e alle insidie della rete.

Professor Maiolo, che differenza c’è rispetto al progetto nato nel 2007 e che cosa è cambiato nel frattempo?
L’edizione attuale di “Safe Internet sicuro. Adottiamoci!” intende anticipare il progetto alle scuole primarie, perché ci si è resi conto di quanto i bambini già in età prescolare e scolare entrino in possesso dei dispositivi informatici dei propri genitori e abbiano accesso alla rete in maniera facile e immediata. Da qui l’idea di intervenire nelle scuole sin da subito, dunque sin dalla tenera età, e di accompagnare i bambini per tre anni in modo tale da monitorare il loro comportamento nei confronti dei social media.
L’invito “Adottiamoci!” ha lo scopo di chiedere alle scuole primarie di mantenere un contatto per tre anni, per sviluppare tematiche di prevenzione in merito ai pericoli per bambini e adulti.

Chi sono dunque gli attori coinvolti?
È tutta la comunità educante, scuola e famiglia, interessata ad adottare le conoscenze necessarie di autoprotezione per tutelare i minori e per accompagnarli in una crescita responsabile e consapevole con la rete e gli strumenti digitali. Non è dunque un intervento spot di richiamo dell’attenzione su un fenomeno urgente, ma si tratta di avviare un nuovo modo di educare che tenga conto delle nuove tecnologie e strumenti multimediali. Genitori e insegnanti uniti in un’alleanza, lavorano insieme per il benessere dei minori, si sentono coinvolti nel costruire competenze e nuovi saperi in un arco temporale di crescita.

Perché è urgente intervenire con progetti di questo tipo?
Lo strumento digitale modifica la percezione della realtà e i nostri figli si ritrovano ad essere parallelamente fruitori e disturbatori, critici e odiatori, vittime e accusatori in uno spazio virtuale che avvertono e vivono come reale.
Come sappiamo le tecnologie e gli strumenti digitali rappresentano per tutti una grandissima opportunità per l’acquisizione di informazioni e di conoscenze, ma al giorno d’oggi è doveroso tutelarsi anche da rischi, pericoli e insidie.

Qual è la specificità del progetto?
Sta nella sua articolazione durante il triennio, dalla terza alla quinta classe di scuola primaria. In questo arco temporale vengono presentati progetti laboratoriali per i bambini e con i bambini su temi specifici come i comportamenti in rete, il bullismo e il cyberbullismo. Alla fine del percorso i bambini, giunti ormai alla quinta classe, ricevono una sorta di patentino di educazione digitale e sono pronti per diventare loro stessi i formatori per i compagni più piccoli. Il progetto comprende momenti informativi e laboratoriali anche per insegnanti e genitori, che in questa occasione possono ricevere utili consigli sull’educazione digitale, sul riconoscimento di comportamenti disturbati in rete e sui segnali per intercettare fenomeni di bullismo e cyberbullismo.

Quindi è un progetto che coinvolge proprio tutti in maniera attiva…
Sì. “Safe Internet sicuro. Adottiamoci!” è un progetto che coinvolge tutta la comunità educante. Un proverbio africano narra che per far crescere un bambino ci vuole un villaggio, mentre Paulo Freire diceva che nessuno educa nessuno, e che nessuno si educa da solo se non con la mediazione del mondo. Insegnanti, genitori, fratelli e sorelle, vicini di casa, le famiglie: tutti sono chiamati a una responsabilità collettiva nei confronti di noi stessi e dei minori. Dobbiamo conoscere la rete con le sue opportunità e pericoli, ed essere di esempio per i giovani meno esperti.

Come fanno le scuole a prenotarsi e a partecipare al progetto?
Le scuole possono rivolgersi al centro “Il Germoglio”, che avvierà i contatti per spiegare il progetto nel dettaglio al personale docente. Il progetto che si sviluppa nel triennio è gratuito per le scuole e prevede laboratori per ragazzi, conferenze per adulti e genitori, mostre, materiali informativi, ore di formazione.
È un progetto di prevenzione del disagio, delle situazioni di violenza con l’obiettivo di limitare, contenere e contrastare il bullismo inteso come azione di violenza tra pari.

Autrice: Francesca Morrone

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