Qui Intervista a Ivan Pierotti , personaggio poliedrico che muove i primi passi come Ufficiale dell’esercito passando per molti altri settori, Ivan Pierotti si dedica poi all’attività sanitaria Dopo alcuni anni di servizio in area critica, soccorso aereo internazionale ed altri cinque anni di Università a Bologna, ha aperto Medical Center Merano, una struttura privata con una visione nuova nel contesto sanitario. Ad oggi, tra i vari progetti, si occupa di sostegno umanitario in vari Paesi colpiti dalla guerra.
La cosa che mi piace di me.
Non sono molto autocelebrativo e difficilmente sono soddisfatto di me.
Il mio principale difetto.
Non sono capace di dimenticare chi fa un torto: a me o agli altri.
Il mio momento più felice.
Quando ho potuto abbracciare mio figlio in Terapia intensiva, sapendo che sarebbe tornato a casa.
La persona che ammiro.
Malvina: perché oltre ad essere tutto quello che si può volere da una moglie è un’ottima professionista e la persona più onesta che conosca.
Un libro da portare sull’isola deserta.
“Hagakure” di Yamamoto Tsunetomo: anche leggendolo mille voltescopriremmo sempre qualcosa di nuovo su noi stessi.
La mia occupazione preferita.
Il lavoro, perché è una continua ricerca, un confronto con se stessi, per superare le difficoltà e trovare soddisfazione nel far stare bene gli altri.
Il paese in cui vorrei vivere.
Un paese semplice, con persone pacifiche e disposte a vivere per la società prima che per se stessi. Se lo conoscessi ci sarei già.
Non sopporto…
Arroganza, ipocrisia e falsità. Ma forse più di tutto non sopporto la stupidità.
Per un giorno vorrei essere…
Una persona dall’intelligenza superiore, per vedere le cose da prospettive diverse e comprendere quello che oggi non riesco.
La mia paura maggiore.
Il tempo: che si esaurisca quando ancora non sono soddisfatto di me.
Sono orgoglioso quando…
Ogni volta che metto il bene collettivo davanti al mio.
Il mio motto.
“Le persone forti si fanno valere ma le persone più forti si battono per gli altri”.
Dove mi vedo fra dieci anni.
In viaggio “on the road” con la famiglia.
L’ultima volta che ho perso la calma.
La perdo ogni volta che vedo la mancanzadi rispetto.
Da bambino sognavo…
Di diventare un pilota. Poi ho capito che non è dal cielo che si possono affrontare i problemi ma con i piedi ben piantati a terra in mezzo alle persone.