L’associazione ADMO Alto Adige Südtirol quest’anno ha compiuto 30 anni. Per l’occasione abbiamo intervistato la presidentessa Emanuela Imprescia.
Innanzitutto, di cosa si occupa ADMO?
È un’associazione che si occupa di reclutare donatori di midollo osseo che verranno poi inseriti all’interno di un registro nazionale. Nonostante vi siano quasi 40 milioni di donatori nel mondo, il fatto di fare rete è diventato una necessità perché, quando in famiglia la compatibilità non si verifica, si deve attingere e sperare in questo registro.
Cosa bisogna fare per entrare nel registro?
I requisiti d’accesso al registro sono: età compresa tra i 18 e i 35 anni, un peso superiore ai 50kg, in buono stato di salute.
Quest’anno avete compiuto 30 anni, com’è nato e come sta crescendo Admo a Bolzano?
Sono stati un gruppo di amici che hanno cominciato dando il via ad ADMO Bolzano con l’intenzione di abbracciare questa novità e il messaggio che aveva l’obiettivo di portare con sé. Nel tempo ci siamo spesi molto per i progetti nelle scuole, per sensibilizzare anche i giovanissimi al tema della donazione di midollo osseo.
Come si può donare il midollo osseo?
Ci sono due possibilità per donare, una è quella tradizionale, che è la più conosciuta, ed è quella con il prelievo dalle ossa del bacino. Oggi però, nell’80% dei casi, la donazione avviene da sangue periferico, quindi attraverso un prelievo sanguigno.
Avete qualcosa in programma, eventi a breve?
Abbiamo implementato i nostri interventi nelle società sportive in Alto Adige, quindi c’è un radicamento sul territorio importante. Organizziamo eventi che sono pensati per coinvolgere i ragazzi più giovani. Ogni giorno inventiamo qualcosa di nuovo. Ci sono poi appuntamenti “fissi”che ci permettono di avvicinarci ai cittadini e di sensibilizzare sul tema della donazione durante le festività. Andiamo nelle scuole. Il prossimo febbraio organizzeremo anche una mostra d’arte alla galleria civica.
Cosa vi lasciano gli incontri con i giovanissimi delle scuole?
Ho sempre avuto un bellissimo riscontro nelle scuole. Con i ragazzi entriamo in relazione abbastanza velocemente. Ho capito che i ragazzi non hanno bisogno di sapere “perché”, i ragazzi hanno bisogno di sapere “come”, perché lo sanno che se sei fortunato la tua fortuna la puoi mettere in condivisione. E se condividere significa “dividere-con”, il donatore avrà tanto quanto avrà il malato che ha ricevuto la sua occasione.
C’è qualche frase che vi sentite dire spesso?
Spesso ci sentiamo dire “ma perché non è obbligatorio per tutti donare?” e dobbiamo spiegare che il dono non è per tutti, ma è una scelta, deve essere una scelta personale. Il fatto di farsi carico della vita di un’altra persona deve essere una scelta personale, non può essere un obbligo. Se ne senti il bisogno e se ne capisci l’urgenza, il dono viene da sé. La donazione è fondamentale perché non sappiamo chi è quell’uno su centomila, a cui il dono è necessario. Ogni uno è fondamentale.
Autrice: Ilaria Talamoni COOLtour