A Don Bosco la chiesa riparte dall’oratorio

Don Gigi Carfagnini, parroco attivo a Bolzano da molti anni, si muove tra la Chiesa di Madre Teresa di Calcutta, al Firmian, e quella del Corpus Domini, a Don Bosco. Tra attività estive e oratorio, le due realtà situate nelle zone abitative della città sono un punto di aggregazione per molti giovani e un supporto alle famiglie del quartiere.

Don Gigi, proporrete anche quest’anno il Grest? Le sue due Parrocchie sono rimaste tra le pochissime a proporlo a Bolzano…

Assolutamente sì. Come ogni anno, anche questo agosto prenderà vita il Grest che coinvolgerà circa 80 bambini dai 7 ai 12 anni e numerosi animatori. È vero, siamo tra i pochi ad organizzarlo, ma è anche vero che per la Chiesa di Via Gutenberg il Grest è l’unica attività strutturata che viene offerta. Prima c’erano anche le processioni, ma sono state tutte sospese. Dopo la pandemia qui in Parrocchia si è spento un po’ tutto, e pure alle celebrazioni partecipano circa la metà dei fedeli che venivano prima del Covid. Diverso il discorso per la Chiesa al Firmian, dove abbiamo anche un oratorio molto attivo”.

Rimanete un punto di riferimento per le famiglie del quartiere.

Senza dubbio. Al Firmian abbiamo un gruppo di animatori molto attivo che gestisce il servizio dell’oratorio, che ha chiuso solo in pandemia, riprendendo appena possibile le proprie attività. Qualche giovane, a dire il vero, dopo il lockdown lo abbiamo perso, ma quest’anno ci è servito per ricominciare da capo e porre le basi per le iniziative del prossimo anno scolastico.

Essendo un parroco si interfaccia sicuramente con persone di ogni fascia d’età. Proponete qualche servizio anche per gli anziani?

No, non siamo mai riusciti ad attivare qualcosa, anche perché credo che il punto d’aggregazione che scelgono gli anziani del quartiere sia il Centro Lovera, di fronte alla Parrocchia della Visitazione. 

Ad agosto ci sarà la Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona, partirà un gruppo di giovani anche dalle sue due chiese?

I giovani di Firmian e Gutenberg hanno scelto di non partecipare, sostituendo il viaggio con un’esperienza in Africa, precisamente in Tanzania, dove abbiamo già contribuito a costruire dei pozzi nei villaggi e un asilo. Sono molto entusiasti e, addirittura, hanno cercato di imparare la lingua locale… vediamo se riusciranno a interagire con la popolazione. Questo viaggio li aiuterà sicuramente ad ampliare i propri orizzonti, scoprendo che l’Africa non è solo povertà, ma è ricchezza di umanità e di gioia di vivere, due ricchezze che spesso nella società europea mancano.

Come valuta la situazione sociale dei due rioni?

Le problematiche ci sono, ma non mi sembrano essere grandi, forse sono nascoste. Credo che complessivamente si viva bene. Noi siamo comunque in contatto con la Caritas e abbiamo una solida catena di solidarietà. Abbiamo sostenuto alcune persone in difficoltà economica, pagando bollette e raccogliendo pacchi di viveri. La comunità ha aiutato e non si tira mai indietro quando c’è bisogno.

Autore: Andrea Dalla Serra

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