Un tubetto di senape

Si chiama Maria Chiara, ma per molte/i è Chiaretta. Ha settant’anni ma non se li sente. è sposata da una vita con Marco, ha due figli sposati anch’essi ed un nipotino meraviglioso, che purtroppo non vive a Bolzano. E’ architetta e libera professionista. Si è sempre interessata alla politica, al femminismo e coerentemente è sempre stata di sinistra, iscrivendosi al PD. E’ stata Assessora all’Urbanistica per una decina di anni a Bolzano. Durante il suo mandato è stato approvato il Masterplan della città capoluogo.

La cosa di me che mi piace di più.

Vedere sempre il bicchiere mezzo pieno e non essere rancorosa.

Il mio principale difetto.

La testardaggine.

Il mio momento più felice.

Sono tanti e fra questi la nascita dei miei figli e del nipotino.

Il capriccio che non mi sono mai tolta.

Un viaggio intorno al mondo di diversi mesi.

La mia occupazione preferita.

Camminare in montagna.

Il mio piatto preferito.

La salama da sugo ferrarese.

Non sopporto…

L’arroganza soprattutto di chi parla senza cognizione di causa.

Per un giorno vorrei essere…

Cacini. Quando ero studentessa di architettura a Roma per scherzo la nostra assitente diceva: ma chi ti credi di essere, Cacini? Non ho mai capito chi fosse, ma doveva essere un grande.

Dove mi vedo fra 10 anni.

Ancora in cammino, sia fisico che spirituale.

L’ultima volta che ho perso la calma. 

La perdo spesso… l’ultima volta ieri con mio marito perché guidava troppo velocemente.

Il mio attore preferito.

Dustin Hoffmann.

Il mio ultimo acquisto.

“L’alfabeto della natura”, il libro di Roberto Battiston.

L’errore che non rifarei.

Fidarsi in politica delle persone che fanno politica di mestiere.

La persona che ammiro di più.

Oggi senza dubbio Papa Francesco.

L’ultima volta che ho pianto.

Nella scena del film “Io capitano” quando Seydou tiene per mano la donna che vola libera nel cielo del deserto africano.

La massima stravaganza della mia vita.

Vestirmi da tubetto della senape per Carnevale?

Il mio primo ricordo.

Un morso sul braccio dato a mia mamma per gelosia nei confronti di mio fratello (non se n’è neppure accorta).

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