Tra i personaggi di spicco nati in Bassa Atesina un posto di primo piano spetta indubbiamente alla misteriosa figura di Augustin Grieninger. Secondo il suo primo biografo, Georg Westermayer, sarebbe nato a Magrè sulla Strada del Vino il 26 giugno 1638.
Il nome della famiglia viene riportato in un documento del 1640 dove si cita Mathias Grieninger, Schuelmaister (maestro di scuola) di Magrè, probabilmente il padre di Augustin. Nel piccolo borgo della Bassa trascorse anche la sua infanzia e fanciullezza. Poi, non si sa quando ne perché, si allontanò definitivamente da Magrè. Tuttavia, in tutti i suoi scritti si qualificò sempre come Augustin Grieninger “aus dem Etschland von Margreid bey Trient” (della Val d’Adige di Magrè presso Trento).
Nella prefazione di un suo testo sulla predica latina scrive testualmente: “Vedo che vorresti conoscere la mia Heimat. Il mio paese natio è Magrè, un paese nella valle dell’Adige, nella zona di confine tedesca, vicinissima all’Italia. Fa parte della diocesi di Trento e dista quattro ore di cammino da questa città. L’Adige, un fiume navigabile, attraversa questo territorio, che da questo fiume prende il suo nome. È una terra magnifica e benedetta da Dio e ricca di frutta e di un nobile vino”.
In un altro punto annota: “Ma c’è una cosa che mi ha convinto ad abbandonare questa terra, e cioè il clima. In estate il caldo è terrificante e gli abitanti sono afflitti da malefiche febbri (malaria N.d.R.) che li fanno somigliare a dei morti. Perciò ho lasciato la mia patria”. Grieninger si spostò in Europa orientale per studiare teologia e filosofia. A Olmütz (attuale Olomouc in Repubblica Ceca) frequentò la facoltà di Teologia. Nel maggio 1664 entrò nell’abbazia dei Canonici Agostiniani di Rottenbuch presso Oberammergau in Baviera e fu consacrato sacerdote nello stesso monastero il 22 aprile 1665.
Inizialmente si prese cura delle anime nelle località prossime al convento e poi fino alla sua morte si occupò della gestione anche amministrativa, archivistica ed economica delle parrocchie di alcuni paesi bavaresi. Una rotula mortuorum (pergamena arrotolata che allora si usava per comunicare ai vari conventi la morte di un confratello) firmata dal prevosto Gilbert Gast annunciò la morte di Grieninger, avvenuta il 22 agosto 1692. Fu sepolto a Steindorf in Baviera.
A cosa deve la sua fama Augustin Grieninger?
Il documento che comunica il suo decesso lo celebra come talentuoso scrittore, poeta e musicista. In particolare sono stati riscoperti di recente (e proposti anche a Bolzano e Innsbruck), presso la Regia Biblioteca Prussiana di Cracovia, alcuni componimenti di musica sacra che collocano Grieninger tra i più importanti autori dell’epoca barocca. Anche come scrittore Grieninger si era guadagnata una notevole fama. In età avanzata compose la sua prima opera, una “Vita poetica di Gesù”. Seguirono altre opere in prosa e versi: “Il vigneto poetico” e il principale dal titolo “Lo scettro salomonico”, in cui, secondo la sua stessa premessa, si pose lo scopo di contrastare la perniciosa melanconia e tristezza umana attraverso il conforto dell’anima. Inoltre pubblicò una serie di prediche in lingua latina. Singolare il fatto che tutti i numerosi scritti e libri di Grieninger (una ventina circa) furono pubblicati nel corso dell’ultimo decennio del sua vita.
Due grandi filoni sono quelli seguiti da Grieninger: da un lato i sermoni dedicati alla formazione dei sacerdoti, dall’altra le opere in versi e prosa rivolte a un pubblico più vasto. In particolare celebrò la creazione come opera di Dio e sollecitò l’uomo ad essere umile e rispettoso fruitore del creato. Ma come tipico esponente barocco non disdegnò di celebrare i lati piacevoli della vita, tanto che in un suo verso scrive: “un’indole allegra procura / una florida vecchiaia: un triste spirito / secca le ossa…”
Autore: Reinhard Christanell
Foto: David Kruk