Compie due mesi di vita il 19 novembre il gruppo Facebook “Se vieni a prenderlo te lo regalo – Laives e dintorni”, nato quasi per caso per svuotare un garage e oggi piazza virtuale per ridare vita agli oggetti in disuso, ma anche dare un aiuto a chi non può permettersi il superfluo.
Avere due figli, si sa, presuppone una miriade di cose – dalla carrozzina al seggiolone, dai vestitini alla culla: tutti oggetti che riponiamo quasi sempre in buono stato in attesa di sapere ma che, poi, rimangono a languire per anni in soffitte e cantine finché non possiamo più rimandare la decisione di liberarcene.
Stessa cosa avviene, nell’epoca del consumismo portato all’estremo dalle piattaforme online del low-cost, con quasi qualunque altro oggetto di uso quotidiano.
In soli due mesi già duemila iscritti
Due mesi fa, il 19 settembre, quando al rientro dalle ferie estive il riavvio della routine quotidiana incombe, la necessità strettamente pratica di far posto in un garage oberato di oggetti per bambini ormai cresciuti dà vita a qualcosa che sembra inizialmente niente più che – appunto – un modo facile e veloce per far posto: nasce così il gruppo Facebook “Se vieni a prenderlo te lo regalo. Laives e dintorni”. Ma ad oggi, in appena due mesi di attività, la rete di scambio si è estesa al comune di Bolzano e oltre.
Presupposto principale e necessario è quello di incaricarsi personalmente del ritiro nei luoghi, tempi e modi più consoni a chi regala.
L’idea è venuta a una mamma
Un piccolo disturbo, in fondo.
A creare il gruppo, una mamma di due bambini, pasticcera di origine albanese da tanti anni in Italia, stabilitasi ormai da cinque anni nel comune di Laives, Brjseida Begaj.
È lei a raccontare di come l’idea del gruppo, che conta già quasi 2000 iscritti, sia nata molto in piccolo con un passaparola tra parenti, amici e conoscenti.
Neppure lei si immaginava che nel giro di pochissimo questo ruscello si trasformasse in un fiume di iscrizioni, tanto da costringerla a dover regolamentare l’uso del gruppo per permettere a tutti gli iscritti di ricevere prima o poi qualcosa e cercare di evitare le furberie, come infatti racconta, “è capitato di ricevere delle segnalazioni di persone che, una volta ricevuto qualcosa in regalo, lo rimettevano nel circolo della rete cercando di guadagnarci qualcosa. In questo caso, dopo tre segnalazioni, la persona viene bannata dal gruppo”.
Un aiuto (anonimo) per chi non se la passa bene
Ma non è del lato negativo che vogliamo far parlare, poiché questo gruppo sta nel tempo permettendo non solo a chi regala di disfarsi di qualcosa che non utilizza più, ma comunque in buone condizioni, ma anche l’orgoglio e la soddisfazione di aver spesso aiutato qualcuno in difficoltà. Infatti, non solo chi regala ha diritto di scegliere liberamente a chi donare tra gli interessati, magari spartendo il “bottino” tra più persone, ma è possibile anche richiedere in privato all’amministratrice qualcosa di cui si ha bisogno o lasciare un messaggio in anonimo.
In questo modo, persone che hanno difficoltà economiche possono essere messe in contatto con chi offre ciò di cui hanno bisogno, garantendo loro la privacy necessaria. Allo stesso modo, anche chi offre in regalo può – se lo desidera – rimanere anonimo. Come si sa, la beneficenza va spesso di pari passo con l’anonimato… Di ogni genere sono gli oggetti protagonisti della donazione: si va dall’abbigliamento alle suppellettili da cucina, dai giocattoli al mobilio.
Quando i social educano all’altruismo
“Quando la mia figlia maggiore ha saputo che regalavo le sue vecchie cose è rimasta entusiasta – racconta Brjseida – anche perché attraverso il gruppo è stato possibile aiutare le sue maestre a trovare materiali utili per le attività scolastiche.
Una mamma ha raccontato che il figlio non era contento di regalare un indumento che non utilizzava più, ma quando ha saputo la gioia della bambina che lo ha ricevuto, ha subito cambiato idea”: decisamente un bel modo per insegnare l’altruismo anche ai bambini.
Una mano concreta da “sos laives”
Ad aiutare Brisejda nella promozione della sua iniziativa c’è anche il gruppo Facebook “Sos Laives”, amministrato da Giancarlo Schiavon, presidente della Don Bosco e vero deus ex machina dell’attività sociale e di volontariato nel comune e oltre.
Il suo supporto e quello di altri potrebbe, in futuro spera Brisejde, far da leva a una iniziativa di incontro non più virtuale ma reale tra le persone appartenenti al gruppo. Insomma, non solo un modo molto social di aiutarsi – cosa in cui la comunità laivesotta è maestra – ma anche una maniera per trasportare il virtuale nella realtà, per fare comunità e aiutarsi tra membri della stessa.
Autrice: Raffaella Trimarchi