Spegnere la sveglia…

Attrice e vocologa milanese, ma trapiantata sul Renon. Si occupa di tutto ciò che concerne la voce parlata e i suoi utilizzi, dal public speaking e vocal coaching al doppiaggio. Giornalista pubblicista, la sua più recente pubblicazione è stato il volume “Marco Bernardi – 50 anni di teatro” per Silvana Editoriale ed è in uscita per Athesia il suo primo libro di narrativa, “A perdere – Un gioco senza amore”. In questo periodo è in teatro con “Impronte dell’anima” della Compagnia Teatro La Ribalta di Bolzano. Ha tre figli e tre gatti. 

La cosa di me che mi piace di più.

La capacità di rimettermi insieme dopo le onde d’urto della vita.

Il mio principale difetto.

Una certa tendenza alla procrastinazione.

Il capriccio che non mi sono mai tolta.

Un viaggio in India.

La mia occupazione preferita.

Leggere e poltrire.

Il mio piatto preferito.

Vinschgerl caldo al formaggio in una giornata fredda. 

Non sopporto…

L’ipocrisia e la manipolazione.

Nel mio frigorifero non manca mai…

La verdura.

Sono stata orgogliosa di me quella volta che…

Sono riuscita a vincere il mio senso di inadeguatezza e alzare la testa. 

La prima cosa che faccio al mattino. 

Spegnere la sveglia e dormire altri cinque minuti. 

Il mio film preferito.

“To kill a mockingbird” (Il buio oltre la siepe).

Il superpotere che vorrei avere.

Intuire subito le intenzioni delle persone. 

La disgrazia più grande.

Nella mia vita? Il suicidio di mio padre ed essere truffata da una persona di cui mi fidavo ciecamente.

La mia occupazione preferita.

Preoccuparmi?

Il mio ultimo acquisto.

La legna per la stufa: avere la legnaia piena mi fa sentire una regina nel suo castello.

Amo il mio lavoro perché…

Mi piacciono le persone, mi piace tutto ciò che è “voce”. E mi piacciono le storie.

Il mio primo ricordo.

Molto presto, a circa un anno: in giro per le strade di Milano, ero in passeggino e non volevo starci, mi giravo verso mia madre e mia nonna e ho ancora viva la sensazione delle cinghie che mi tiravano sul collo.

Il libro che non potrebbe mancare nella mia libreria.

“L’uomo e il divino” di María Zambrano.

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