Uno lavora nel campo sanitario, l’altro è un ingegnere. Entrambi hanno deciso di mettere a disposizione del prossimo le proprie competenze ed il proprio cuore: due meranesi, Ivan Pierotti e Francesco Menegazzo, sono diventati parte attiva del progetto “ZanzibarHelp”, in Tanzania.
Se si parla di Tanzania si pensa a Zanzibar, e la mente si lancia immediatamente in un viaggio che vuole abbracciare immagini di spiagge coralline che incorniciano un mare azzurro, noci di cocco fresche e cocktail serviti con l’ombrellino di carta.
Tutto vero, in parte; o almeno questo è ciò che “si vuole” vedere. In realtà questo angolo di paradiso non è fatto solo di acque cristalline e noci di cocco da gustare sorridendo: a testimoniarlo c’è un italiano, Marco Pugliese, originario di Torino che ha fatto di Zanzibar la sua nuova patria. Marco vive a Kilombero, dove mare e spiagge sono incantevoli, ma i turisti non ci sono: niente cocktail con l’ombrellino, niente soldi, solo fame. Si è trasferito nel paese africano nel 2019, un anno dopo la scomparsa della sua amata moglie Graziella: con lei condivideva gli ideali di aiuto e di solidarietà, soprattutto in favore della popolazione di Zanzibar, e per tenere viva la sua memoria ha compiuto questo grande passo. Per i bambini ha dato il via al progetto “ZanzibarHelp”, presente su Facebook alla pagina “Donnino’s Family School & Farm”, che prevede quattro diversi punti d’intervento per andare loro incontro: scuola (per la necessaria educazione dei bambini), pronto soccorso (che spesso salva la vita), mensa (sono davvero tanti i poveri e naturalmente non vengono ristorati solo i bambini), e alloggi, soprattutto per i bambini che possono avere un posto dove stare al sicuro.
I RINFORZI ARRIVANO ANCHE DALL’ALTO ADIGE
Ed ecco che dalla città in riva al Passirio arrivano i rinforzi: Ivan Pierotti non è certo nuovo ad esperienze del genere, visto che è stato attore di diverse missioni all’estero come le ultime in Ucraina. Presidente del poliambulatorio Medical center, si è fatto carico dell’organizzazione della parte sanitaria e di sviluppare un progetto di gestione operativa così da recuperare presìdi, elettromedicali, sistemi diagnostici, monitor multiparametrici ed arredi, sull’esempio del molto già realizzato grazie ad una coppia di medici siciliani, Rossana Tosti e Antonio Rizzo. L’idea è di creare una struttura che garantisca le necessarie cure per patologie lì numerose come la sindrome di Down, l’acondroplasia (nanismo), l’epilessia, la distrofia muscolare di Duchenne ed altre, ma addirittura per quelle cure che non ci si aspetta, come le cadute delle noci di cocco sulla testa che creano danni anche cerebrali soprattutto ai bambini.
Suo compagno di viaggio è l’ingegner Francesco Menegazzo, la cui professionalità è determinante nel progettare un sistema per migliorare il servizio di fornitura elettrica attualmente in essere. A ciò si aggiungono altri progetti, alcuni realizzati e altri presenti ma migliorabili, del fondatore Marco Pugliese, quali la cura dell’agricoltura per produrre a chilometro zero, o il Pronto soccorso, una struttura da poco inaugurata.
SONO IN ARRIVO I PRIMI RISULTATI
A breve verrà festeggiato il primo raccolto, grazie anche al contributo dell’associazione culturale bolzanina Logos che ha sponsorizzato il costo di un indispensabile pozzo per l’acqua a cui, si spera, se ne aggiungeranno altri.
Anche in questo caso l’incipit più importante è stato dato dal prezioso contributo economico di due medici campani che hanno comprato i primi due ettari. Grazie al loro esempio, ora stanno aderendo molti altri professionisti. “Gli aiuti non devono essere solo o esclusivamente economici – spiega Ivan Pierotti – ma anche pratici: si possono organizzare conferenze, richiedere aiuti tramite il web in patria, o recandosi sul posto, magari sfruttando una mezza vacanza fatta anche con il cuore e non solo con il ventre. Per rendere più facili le collaborazioni anche casuali, inoltre, il Polly Lodge Bungalow, gestito da una coppia italiana che partecipa al progetto, offre ospitalità ai volontari che vogliono recarsi sul posto per collaborare alla riuscita di un sogno”.
Chi fosse interessato a contribuire al progetto può scrivere a ivan.pierotti@gmail.com, mentre per donazioni coi si può rivolgere direttamente a Marco Pugliese: marco@zanzibarhelp.com
IL DETTAGLIO
ZanzibarHelp nasce da un piccolo aiuto e un grande amore, ovvero dall’iniziativa condivisa di Marco Pugliese e di sua moglie Graziella che, nel 1998, vengono accolti da un’isola colorata, allegra e ospitale.
Da piccole collaborazioni nascono importanti legami e, da questi, crescono radiciche affondano tra i colori di Zanzibar: così Marco e Graziella coltivano un amore partendo dalle loro piccole risorse, aiutando le famiglie di Zanzibar in difficoltà, in particolare le vedove con figli e i bambini malati.
È proprio questo piccolo mondo di sfumature parallelo a catturare il cuore della coppia e porre le basi per la futura anima dell’associazione. Dare luce alla diversità e spazio a queste piccole mani desiderose di lasciare la propria impronta diventa il seme da cui nasce un progetto di vita condiviso.
Un seme tanto fertile da resistere alla scomparsa prematura di Graziella e dare a Marco la forza e la motivazione per dare vita all’organizzazione umanitaria ZanzibarHelp. Da una promessa un impegno, dal piccolo aiuto alle famiglie in difficoltà si apre una finestra sulla bellezza delle sfumature nascoste di Zanzibar: il mondo dei bambini con disabilità fisiche o cognitive, un meraviglioso mondo di vivacità, ma privo di uno spazio per esprimere le proprie potenzialità e costruire un futuro. Sono loro l’anima e il motore di ZanzibarHelp, una realtà dove una piccola mano si trasforma in un grande progetto e un sogno condiviso diventa un futuro a colori per tante piccole mani.
Autore: Luca Masiello