Via Goethe: è una via importante, sia perché collega piazza Domenicani a piazza Erbe, sia perché dedicata ad un personaggio centrale della cultura europea. Johann Wolfgang Goethe era nato a Francoforte sul Meno il 28 agosto 1749. Dopo aver esercitato per qualche tempo l’avvocatura, ottenne fama con il dramma “Götz di Berlichingen” (1773) e con il romanzo epistolare “I dolori del giovane Werther” (1774). Va tenuto conto anche degli Inni, quali “Il viandante”, “Ganimede”, “Prometeo”, dei drammi minori, come “Urfaust”, considerato la prima stesura del “Faust”. Entrato a far parte della corte di Carlo Augusto (1757-1828), duca di Sassonia-Weimar, ne fece un centro di vita intellettuale. Il nuovo ambiente sereno, l’amore per Charlotte von Stein (1742-1827), l’amicizia del poeta e drammaturgo Johann Christoph Friedrich von Schiller (1759-1805) e dello scrittore e filosofo Johann Gottfried von Herder (1744-1803), i due viaggi in Italia (1786 e 1790), placarono il suo animo, agevolando la sua ispirazione in cui si era compiuta la compenetrazione fra il mondo tedesco e quello della classicità greca e latina. Sono di questo periodo drammi, come “Le affinità elettive” (1809), romanzi, come “Gli anni di peregrinazione di Wilhelm Meister” (1829). Fino alla morte Goethe lavorò alla stesura del “Faust”, dramma che ideò nel 1772, rielaborò nel 1808 e terminò nel 1831. Si interessò anche alla scienza; scrisse “Metamorfosi delle piante” (1790) e “Teoria dei colori” (1810). Non mancano gli scritti autobiografici, come “Viaggio in Italia” (1816-1817). Il 16 marzo 1832 Goethe si ammalò e morì a Weimar il 22 marzo. Ultime sue parole, si dice, sarebbero state: “Macht doch den zweiten Fensterladen in der Stube auch auf, damit mehr Licht hereinkomme” (Aprite anche la seconda imposta nella stanza, affinché entri più luce). Fu sepolto il 26 marzo nella tomba dei Duchi di Sassonia-Weimar.
Autore: Leone Sticcotti