La Giornata Mondiale del Fair Trade, celebrata ogni secondo sabato di maggio, rappresenta un’importante occasione per porre sotto i riflettori le condizioni di vita e di lavoro di migliaia di persone in tutto il mondo. Uomini, donne e talvolta anche bambini, lottano strenuamente per guadagnare appena il necessario per sopravvivere. Questa giornata non solo celebra i traguardi raggiunti dal movimento del fair trade, ma solleva anche un’importante domanda: quanto resta ancora da fare per garantire giustizia e equità nei rapporti commerciali mondiali?
Il fair trade, sorto oltre cinquant’anni fa, si è costantemente impegnato nel miglioramendo delle condizioni di vita e di lavoro di produttori marginalizzati dal mercato e lavoratori, specialmente nel Sud del mondo, sostenendo i loro diritti e promuovendo la loro visibilità all’interno dei meccanismi del commercio internazionale. Questo movimento non si limita a una mera redistribuzione del guadagno, ma cerca di trasformare radicalmente il sistema, rendendolo più equo, solidale e sostenibile, per tutti i suoi attori.
Le organizzazioni del Fair Trade (Ftos – Fair Trade Organizations) che aderiscono a Wfto (WorldFairTradeOrganization), la federazione mondiale del commercio equo e solidale, sono coinvolte attivamente nell’assistenza tecnica ai produttori, nell’azione di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni, e nello sviluppo di campagne volte al cambiamento delle regole e delle pratiche del commercio internazionale.
Da sei anni una “fair trade town”
Dal 2018 Merano è “Fair Trade Town” selezionata proprio dalla Wfto e in quanto tale deve rispettare un codice di condotta condiviso. La città del Passirio, grazie al supporto e la collaborazione della Bottega del Mondo, da anni si impegna infatti a garantire ai piccoli produttori nel Sud del mondo un accesso diretto e sostenibile al mercato, al fine di favorire il passaggio dalla precarietà ad una situazione di autosufficienza economica e di rispetto dei diritti umani. Ma non solo, Merano è molto attiva sia a livello politico che culturale, organizzando diverse attività di promozione e sensibilizzazione del tema.
“Vogliamo spiegare alla cittadinanza in maniera trasparente tutta la filiera di quei prodotti che vengono importati da terre lontane, come il cacao o le banane. Siamo sicuri che molte persone quando acquistano il caffè al supermercato non sappiano da dove provenga e quali processi ci siano dietro” – afferma Brigitte Gritsch, coordinatrice delle Botteghe del Mondo dell’Alto Adige.
In piazza per il dialogo e la condivisione
Proprio in occasione della giornata del commercio equo solidale, sabato 11 maggio, il cuore di piazza della Rena a Merano ha pulsato al ritmo del dialogo e della condivisione. Un aperitivo equo solidale ha aperto le sue porte a tutta la popolazione, offrendo non solo prelibatezze per il palato, ma anche spunti di riflessione e approfondimenti. L’evento, frutto della collaborazione tra la Bottega del Mondo di Merano, il Comune e gli studenti della Scuola Professionale Alberghiera Ritz, ha saputo cogliere l’essenza del fair trade mettendo in primo piano due protagonisti indiscussi: le banane e il cioccolato.
Oltre a deliziare i presenti con le loro irresistibili note di gusto, questi prodotti hanno dato il via a un dialogo profondo e significativo.
Non si è trattato dunque solamente di una giornata di festa e buon cibo, ma di un’opportunità per confrontarsi sulle sfide e i successi del movimento del fair trade, approfondendo le peculiarità dei prodotti e i percorsi complessi che questi alimenti intraprendono prima di giungere sulle nostre tavole. È stato un momento prezioso di scambio, capace di sensibilizzare e ispirare, confermando che il commercio equo solidale non è solo un concetto astratto, ma una realtà tangibile che coinvolge e trasforma la vita di molte persone in tutto il mondo.
Tanti volontari per un’economia umana
L’evento proposto è solo un esempio delle tante attività che le Botteghe del Mondo dell’Alto Adige organizzano durante l’anno.
La rete altoatesina comprende nove cooperative sociali che promuovono gli ideali del commercio equo e solidale nella provincia di Bolzano. Molti sono i volontari che ogni giorno si impegnano per dimostrare come un’economia umana può ancora esistere: un’economia dove l’uomo e la donna vivono in sintonia con sé stessi ed il mondo che li circonda.
“Le nostre botteghe non vogliono essere solamente dei meri punti di vendita, ma luoghi di dialogo e riflessione. Attraverso i nostri comportamenti di acquisto e le nostre scelte possiamo appoggiare un commercio che si basi sul rispetto delle persone che stanno alla base della filiera, contribuendo così a un mondo più sostenibile, equo e rispettoso” – conclude Brigitte Gritsch.
Autrice: Chiara Caobelli