Campi della legalità ai nastri di partenza

A pochi giorni dalle commemorazioni della Strage di Capaci, in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la magistrata Francesca Morvillo e gli agenti della scorta, risulta naturale, e forse anche scontato, chiedersi quanta e quale conoscenza e impegno siano diffusi sul territorio – altoatesino e nazionale – e tra i giovani, in tema di educazione alla legalità e antimafia. Il progetto Campi della Legalità nasce proprio per questo. Ce ne parla Andrea Tommasini, referente per l’associazione Arciragazzi Bolzano.

Quando nascono i “Campi della Legalità è perché? 

È un progetto che Arci Nazionale propone dal 2004, mentre in provincia di Bolzano Arciragazzi lo organizza dal 2011. L’idea è nata dalla consapevolezza che il tema della criminalità organizzata ci riguarda, ma allo stesso tempo se ne sa molto poco. Per fortuna non abbiamo vissuto le guerre di mafia o il periodo delle stragi, questo però ci ha illuso che Cosa Nostra e ‘Ndrangheta con il nostro territorio non c’entrassero nulla.

In cosa consistono, nel concreto? 

Il progetto prevede un soggiorno di circa dieci giorni a Corleone (PA). Le attività che vengono svolte seguono principalmente due filoni: da una parte il lavoro agricolo nei terreni confiscati a Cosa Nostra e affidati alla cooperativa Lavoro e Non Solo, che ci ospita; dall’altra la conoscenza e l’approfondimento del fenomeno mafioso, attraverso incontri con persone che hanno fatto dell’antimafia il loro progetto di vita.

Quali obiettivi si pongono? 

L’obiettivo principale è quello di gettare luce su un fenomeno che cresce nel silenzio e si fa forza dell’ignoranza e del disinteresse delle persone. C’è poi la volontà di far crescere cittadine e cittadini nella consapevolezza che la legalità è un valore e bisogna fare la nostra parte per preservarla, mantenendo alta l’attenzione. Infine, un aspetto da non sottovalutare è il presidio dei terreni confiscati: chi monitora il progetto nazionale ci dice che quando i “Campi della Legalità” sono attivi, le minacce ed i disordini verso chi gestisce i terreni confiscati si azzerano.

Come si mantiene viva l’attenzione sul fenomeno mafioso, tra i giovani e soprattutto tra quelli altoatesini? 

Bisogna principalmente trovare i canali ed i linguaggi giusti per potersi far ascoltare. Le ragazze ed i ragazzi sono sensibili alle problematiche sociali. Certo, trovare persone disposte a spendere una parte della loro estate per lavorare in un terreno agricolo, non è da tutti.

Qualche informazione sull’edizione 2024?

Quest’anno il progetto si svolgerà dal 17 al 24 luglio. Per informazioni circa programma ed iscrizioni si può consultare il sito arci.bz.it o mandare una mail all’indirizzo a.tommasini@arci.bz.it

Autrice: Ana Andros COOLtour

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