Agrumi: un viaggio tra storia e tradizione

La città di Bolzano, nota per i suoi paesaggi montani e la sua storia ricca di cultura, cela un passato inaspettato legato agli agrumi. In un’epoca in cui il commercio e la coltivazione degli agrumi erano considerati un settore redditizio, Bolzano ospitava diversi giardini rigogliosi e serre dedicate alla coltivazione di limoni e aranci. Questa affascinante storia è al centro della mostra temporanea “Agrumi a Bolzano”, organizzata in alcune sale del Museo Mercantile e curata dalla sua direttrice, la dottoressa Elisabetta Carnielli. Attraverso documenti storici, oggetti d’epoca e testimonianze architettoniche, la mostra offre uno spaccato della Bolzano di un tempo, dove il commercio degli agrumi giocava un ruolo cruciale nell’economia locale.

Dottoressa Carnielli, com’è nata l’idea di questa mostra?

La mostra è nata per caso, leggendo alcuni dati sulle relazioni economiche del 1800 della Camera di Commercio di Bolzano. Tra le varie produzioni, oltre a mele, pere e uva, apparivano anche gli agrumi. Da questa piccola informazione si è aperto un mondo bellissimo, dove abbiamo scoperto l’esistenza di numerosissimi giardini nel centro storico di Bolzano, dotati di “Orangerien”, un termine tedesco che identifica delle costruzioni agricole simili alle limonaie del Lago di Garda. Non sappiamo esattamente quando i bolzanini hanno adottato questa idea, ma siamo certi che l’importanza economica sia stata la motivazione principale.

È interessante perché la mostra racconta anche come avveniva il commercio degli agrumi dal Lago di Garda fino a Bolzano e nel resto d’Europa…

La maggior parte delle limonaie si trovava a Gargnano, sulla sponda occidentale del Lago di Garda. Gli alberi di limoni raggiungevano altezze di otto metri e i frutti venivano venduti a pezzo, non a cassa o al chilo. Il trasporto iniziava via acqua da Gargnano fino a Torbole, poi proseguiva con carri attraverso il Passo San Giovanni fino a Borgo Sacco. Da lì, i limoni venivano trasportati su zattere trainate da animali risalendo il fiume Adige fino a Bronzolo, dove si trovava il porto fluviale di Bolzano. Da Bolzano, i limoni proseguivano verso le fiere dove venivano scambiati con i mercanti del nord Europa.

Come erano costruite le limonaie a Bolzano? Abbiamo ancora tracce di queste strutture?

L’unica traccia visibile si trova nelle immediate vicinanze di Castel Klebenstein, alla fine della Passeggiata Lungotalvera, dove si può intravedere un pezzo di muratura da dove poi partivano le colonne che sorreggevano la limonaia, che era costruita da tre lati in muratura. La parte frontale invece era composta da colonne che reggevano un’intelaiatura di legno sulla quale poi venivano poste le tavole di legno per costruire il tetto. La parte frontale veniva chiusa con delle vetrate che permettevano al sole di entrare. Le piante erano poste in piena terra. E – allo stato attuale degli studi in materia – Bolzano era il luogo più a nord dove ciò poteva avvenire. 

Autore: Till Antonio Mola

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