Pensieri dal bosco 2


Primavera e quarantacinque giorni d’estate – quella meteorologica inizia il 1° giugno – sono risultati particolarmente piovosi, tanto che i nostri amati boschi scintillano di tutti i tipi di verde. La terra è bagnata e scura ed emana quell’intenso profumo di humus. Dopo essere tornato dalla Liguria, ho perlustrato zone piuttosto impervie e poco battute, a bassa quota, intorno agli 800m, fino a raggiungere i 1300m.

Le ricerche e le determinazioni che mi sono appuntato sono avvenute a scopo puramente personale, ergo senza l’uso di lenti di ingrandimento, libri, chiavi, senza l’ausilio del microscopio e dei reagenti. Considerate le T notturne lievemente sotto media per la prima decade del mese e che, di solito, non si palesano crescite abbondanti, come avviene in autunno, ho optato per inerpicarmi lungo versanti esposti a sud di bosco termofilo misto, in cui bastano le giuste ore di sole per stimolare il micelio (con precipitazioni abbondanti). Generalmente per termofilo s’intende un bosco di quercia, cerro, castagno, faggio o di caducifoglie miste, purché situato in area riparata, ben soleggiata e a microclima caldo; in Alto Adige, patria egemone del peccio (e del bostrico, sigh), queste fasce boschive miste si trovano solo lungo parti di una isoipsa ben definita, che non supera i 1100/1400 metri di quota a seconda delle zone e all’esposizione dei versanti, al netto di esemplari solitari di latifoglie a quote appena superiori, eccezion fatta per le betulle. Naturalmente a querce, cerri e caducifoglie miste, pressoché assenti, o presenti in preziose e sparute nicchie, da noi c’è il bellissimo pino silvestre (tana prediletta della processionaria, sigh); ma, a quote di montagna, di bosco a microclima caldo ne troviamo ben poco. Questa multi-varietà di specie, tra abeti, pini e latifoglie, che dopo l’epidemia di bostrico, dovrebbe divenire più costante, preservando gli abeti sopravvissuti e aumentando la biodiversità, avrà pure il pregio di incrementare le specie fungine simbionti o micorriziche, legate al singolo albero. Peraltro, a titolo informativo, tutte le specie arboree e le loro quote ideali di crescita valgono per la zona alpina, che però aumenta di altitudine quando scendiamo di latitudine. Tra le specie fungine osservate troviamo: Russule virescens, aurea, vesca, cyanoxantha, Agaricus augustus, Boletus aestivalis o reticolatus, Neoboletus praestigiator, Tylopilus felleus, Amanita gemmata, Suillus grevillei (larice), Caloboletus calopus, Infundibulicybe gibba, Laetiporus montanus, Amanita rubescens, Marasmius alliaceus (latifoglia), Mycetinis scorodonius (abete) e l’inconfondibile marea gialla dei Cantharellus pallens.

Donatello Vallotta

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