La strada dedicata a Giuseppe Di Vittorio

Via Giuseppe Di Vittorio, in zona industriale, è dedicata a un protagonista del sindacalismo italiano. Nato a Cerignola (Foggia) da braccianti agricoli l’11 agosto 1892, rimasto orfano del padre nel 1902, dovette abbandonare la scuola per fare l’esperienza dello sfruttamento del lavoro bracciantile; a 12 anni aderì al sindacato dei contadini, a 13 fondò il Circolo giovanile socialista di Cerignola. Eletto nel 1910 segretario della Federazione giovanile del PSI pugliese, arrestato nel maggio 1912, passò alcuni mesi nel carcere di Lucera. Riparato in Svizzera, tornò in Puglia con l’amnistia del gennaio 1915. Arruolato e assegnato ai Bersaglieri, fu ferito nel 1916 sull’altopiano dei sette Comuni. Rimase sotto le armi come sorvegliato speciale, a Roma, in Sardegna, a Palermo, in Cirenaica. Nell’inverno 1919 fu di nuovo segretario della Camera del lavoro di Cerignola, poi anche di quella di Bari. Nell’aprile 1921 fu nuovamente in carcere a Lucera; ne uscì con l’elezione a deputato. Nel 1924 aderì al Partito Comunista d’Italia. Con lo scioglimento di partiti e sindacati disposto dal regime, il Tribunale speciale fascista lo condannò a 12 anni di carcere, ma Di Vittorio riuscì a fuggire in Francia. Dal 1928 al 1930 fu in Unione Sovietica. Tornato a Parigi, entrò nel gruppo dirigente del PCI clandestino. Partecipò alla guerra civile spagnola, fu ferito nella battaglia di Guadalajara (8-23 marzo 1937). Era a Parigi, dirigendo il giornale antifascista “Voce degli italiani”, quando, nel 1941, fu arrestato dai tedeschi e rinchiuso nel carcere de La Santé; trasferito in Germania e poi in Italia, fu confinato nell’isola di Ventotene. Liberato con l’avvento del governo Badoglio, entrò di nuovo in clandestinità con l’occupazione tedesca di Roma. Collaborò con Bruno Buozzi e Achille Grandi per far rinascere il sindacato unitario italiano. Nel 1946 fu eletto deputato all’Assemblea Costituente. Guidava la CGIL quando fu colpito da un infarto, il terzo, dopo quelli nel 1948 e nel 1956; morì a Lecco il 3 novembre 1957; fu sepolto a Roma nel Cimitero del Verano.

Redattore: Leone Sticcotti

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