Sola Rinfreschi, e i primi librai in città


Per decenni la famiglia Sola Rinfreschi ha gestito in città bancarelle e negozi di libri, riportando in Alto Adige la vocazione del paese d’origine, il luogo dove nacque – tra l’altro – anche il celebre premio letterario Bancarella. Ripercorriamo questa storia insieme a Lorenzo Sola Rinfreschi, bolzanino depositario di questa memoria. 

Com’è nata la presenza libraria della sua famiglia a Bolzano?

Il tutto è nato con una bancarella  e con mio nonno. Era un banco di libri e giornali e si trovava in vicolo Parrocchia. Stiamo parlando di quasi cent’anni fa, il 1926. Mio nonno era scappato da Padova dove era emigrato da Piacenza e prima ancora dal paese d’origine, ovvero Montereggio di Mulazzo, in provincia di Massa Carrara in Lunigiana. Mio nonno ha continuato questa sua attività in un periodo logicamente molto complicato, ovvero quello dell’inizio del governo fascista anche a Bolzano. Lui era un socialista e – cosa ancora più interessante – per un anno o due ha pubblicato a Bolzano una rivista bilingue che poi è stato costretto a chiudere, perché per i fascisti non era ammissibile l’utilizzo della lingua tedesca, e a maggior traduzione le traduzioni. 

Che tipo di rivista era?

Si occupava di attualità e ovviamente anche di cultura. Di questa rivista non ci è rimasta nemmeno una copia. La notizia, anzi, è scaturita da una ricerca sviluppata a Piacenza dall’università sulle famiglie di Montereggio. 

Il banchetto è rimasto tale o c’è stata un’evoluzione in un vero e proprio negozio?

Mio nonno successivamente dopo la guerra ha aperto un chiosco in piazza del Grano, che forse molti ricorderanno perché è rimasto lì fino a quando è stato chiuso da me. In ogni caso ad un certo punto mio nonno ebbe una paresi e quindi aprì un negozio di libri sotto casa, ovvero in Via Alto Adige (ndr lì lo vediamo ritratto nella foto qui sopra), nel palazzo tutt’ora in piedi all’incrocio con Via Garibaldi. Il chiosco comunque rimase aperto e lì ci lavorava mia zia, la sorella di mio padre. Nel 1969 al chiosco è quindi subentrato mio padre che precedentemente aveva lavorato come bidello in una scuola in Via Cadorna e successivamente alla biblioteca civica.  

Insomma: la passione per i libri scorreva nel sangue della vostra famiglia…

Proprio così! Mio padre dal 1960 al 1966 aveva inoltre aperto un altro chiosco a Ponte Talvera, proprio davanti all’ingresso della biblioteca civica all’inizio e successivamente dalla parte di Theiner. E io mi ricordo da piccolissimo che andavo lì e anche al mercato del sabato, dove la famiglia era presente con un banchetto di libri. 

Il negozio di libri di Via Alto Adige nel 1966 si trasferì in Via Museo, vero?

Sì, nella galleria del Moro che ora non c’è più e che si trovava a due passi dall’attuale museo archeologico. Lì c’erano altri negozi particolari: un negozio di musica e un altro di articoli militari. 

Vendevate sia libri nuovi che usati?

Mio nonno vendeva anche libri nuovi, mentre mio padre libri usati. Facevamo compravendita. E avevamo anche libri in lingua tedesca per i quali c’era un certo mercato e avevamo anche qualche libro d’antiquariato. Facevamo molta più fatica con i libri italiani. All’epoca Bolzano non era una città universitaria ed era frequentata poco anche dai turisti, quindi non era facile… C’era chi, anche in famiglia, diceva a mio padre che era stato pazzo a venire via dal Comune. Ma c’era di mezzo una grande passione…

Facciamo un ulteriore passo indietro. I genitori di suo padre non erano sposati e dunque suo nonno aveva un altro cognome, ovvero Rinfreschi. Prima di venire a Bolzano aveva avuto una casa editrice a Piacenza, seguendo le orme di altri compaesani emigrati dal paese d’origine in Lunigiana. Com’è nata la vocazione libraria di Montereggio di Mulazzo?

In origine i paesani avevano due tipi di attività. Erano boscaioli oppure commercianti ambulanti di pietre per affilare le lame. Ad un certo punto nella prima parte dell’800 ci fu una crisi economica e allora questi ambulanti cominciarono a incontrare i carbonari mazziniani e si diedero anche alla vendita, naturalmente clandestina, dei loro opuscoli. Da lì poi queste famiglie si sono stabilite in quasi tutto il nord Italia, fondando librerie, tipografie e qualcuno – appunto come il mio bisnonno Antonio, il padre di Lorenzo – anche case editrici. 

La memoria della vocazione libraria di Montereggio, ad un certo punto è stata riscoperta anche nel paese, vero?

Altroché, tant’è vero che proprio a Mulazzo nel 1953 è stato fondato il premio Bancarella, all’ombra della torre dei Malaspina dove abitò Dante Alighieri, dopo la fuga da Firenze. Mio nonno Lorenzo fu l’ispiratore del premio che poi venne trasferito nella vicina Pontremoli. Negli ultimi decenni anche a Montereggio sono iniziate le iniziative che hanno riportato alla memoria l’origine della vocazione libraria degli abitanti del paese, e molti loro discendenti hanno ripercorso a ritroso quei passi, riconnettendosi tra loro.

La storia delle bancarelle e delle librerie della famiglia Sola Rinfreschi a Bolzano verrà ripercorsa nell’ambito di un incontro pubblico al Teatro Cristallo di Via Dalmazia 30, che si svolgerà venerdì 22 novembre con inizio alle ore 18. La conferenza, ospitata dalla Sala Giuliani, vedrà la partecipazione di Lorenzo Sola Rinfreschi e Giacomo Maucci, curatore del libro ”La storia di Montereggio Paese dei librai”.

Autore: Luca Sticcotti

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