Nei giorni scorsi mi ha fatto molto riflettere la notizia che nel capoluogo ormai non sia più garantito il diritto di tutti ad avere un alloggio degno. Nei distretti sociosanitari sono sempre di più infatti i residenti che si recano in cerca di un aiuto perché non più in grado di sostenere le spese condominiali e di affitto. Chi sono queste persone? Si tratta soprattutto di anziani e famiglie monoreddito con minori, ovvero le fasce più deboli del nostro tessuto sociale. E chi sono i proprietari che reclamano quanto loro dovuto? Si tratta naturalmente di privati ma, anche, dello stesso istituto per l’edilizia sociale. Spesso dietro agli sfratti ci sono anche storie di disagio sociale e di utilizzo non adeguato degli immobili in affitto, è vero. Ma certo non è mettendo le persone in strada e incrementando la lista degli indigenti certificati, che si può risolvere il problema della “morosità”. Resta, dunque, la necessità di dare risposta al diritto di poter disporre di un alloggio adeguato alle proprie necessità basilari, un diritto che riguarda ogni cittadino. La nostra Costituzione in realtà non parla in maniera esplicita del diritto ad “abitare”, ma resta chiaro il riferimento al secondo comma dell’articolo 3 della carta fondamentale che stabilisce come sia “compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. E che sviluppo possono avere le persone se non riescono a permettersi un’abitazione?
Com’è noto con gli anni i prezzi degli alloggi sono progressivamente divenuti proibitivi, nel nostro territorio, persino per il ceto medio. Figuriamoci per le altre fasce della popolazione. è evidente quindi che necessiti, ora, una revisione rapida e sostanziale delle politiche pubbliche per la casa. L’attuale meccanismo dei contributi provinciali per l’affitto, com’è noto, da tempo non ha più l’efficacia necessaria, quindi urge una rifondazione del concetto stesso di edilizia sociale per l’intero territorio altoatesino, ma in particolare per le aree più intensamente urbanizzate, ovvero per il capoluogo e i suoi dintorni. In buona sostanza si tratta di una questione di ridistribuzione delle risorse. La nostra provincia resta benestante ma non si può continuare a pensare che il problema dell’alloggio sia in buona sostanza solo un problema personale di chi un appartamento fa fatica a trovarlo, gestirlo, e sostenerne le spese. A tutti noi per un motivo o per l’altro sta a cuore la salvaguardia del nostro tessuto sociale. E il diritto di tutti a poter disporre di un alloggio dignitoso non può che essere rilanciato. Sta diventando una priorità assoluta. In caso contrario il declino della nostra “isola felice” sarà inevitabile.
Autore: Luca Sticcotti Direttore