Uno sguardo sul 2023

// Di Luca Sticcotti

Con l’inviato Rai Gianfranco Benincasa, a lungo attivo in provincia di Bolzano e da marzo scorso presidente regionale dell’Ordine dei Giornalisti, ripercorriamo i fatti principali dell’anno che si è appena concluso.

Come ogni anno anche in questi primi giorni del 2024 abbiamo pensato di gettare uno sguardo nel recente passato, focalizzando assieme ad un collega giornalista i temi più importanti apparsi sui media. In questo frangente la scelta è caduta su Gianfranco Benincasa, inviato della Rai e volto noto anche delle cronache sportive offerte dal servizio pubblico radio televisivo. Nato in Svizzera nel 1966, Benincasa ha lavorato a lungo a Bolzano prima di trasferirsi a Trento. Nel marzo 2023 è divenuto il nuovo presidente regionale dell’Ordine dei giornalisti. Con lui abbiamo dunque colto l’occasione di parlare anche di come i principali fatti regionali sono stati visti dal vicino Trentino e di quali sono le prospettive per la professione giornalistica nella nostra terra, alla luce dei grandi cambiamenti in atto nel mondo dell’informazione.

Lo scorso anno uno dei temi più presenti sia nelle cronache che nel dibattito pubblico è stato quello della necessità di un ripensamento del turismo in un’ottica più sostenibile. Non è una questione da poco, perché ogni passo indietro penalizza gli introiti economici. Ma tutti sono d’accordo sul fatto che ci vuole davvero un nuovo equilibrio, ribilanciando le esigenze di ospiti e residenti, e offrendo ai turisti anche un modo diverso di vivere la montagna. Questo tema come viene visto in provincia di Trento?

In Trentino l’assessora competente ha detto “i turisti vanno dove ci sono i turisti”. Questo vuol dire che si accalcano soprattutto in alcune zone, ovvero a seconda della stagione nello specifico ad esempio a Madonna di Campeggio o sul Garda. La discussione su un modello diverso di turismo in realtà non è nuova; in alcuni casi si era pensato addirittura smantellare gli impianti e sostituire il tutto con un turismo green. Poi nello specifico in quella zona, il passo Rolle, il progetto è stato abortito e la Provincia ha fatto altre scelte. Ma il tema c’è, e non solo in montagna. Anche la città di Trento in 20 anni è cambiata tantissimo e ora c’è molto più turismo mordi e fuggi, non solo durante i mercatini, con pullman, auto e tanto inquinamento. Il centro storico spesso è invaso: da un certo punto di vista è bello, ma anche su questo si sta un po’ ragionando, cercando magari di puntare di più sulla qualità che non sulla quantità, e venendo più incontro alle esigenze dei residenti. A Campiglio ad esempio si sta facendo strada anche l’idea del numero chiuso, perché gli sciatori sono davvero tantissimi, nonostante l’aumento di prezzo degli skipass. Una tavolo regionale sarebbe davvero opportuno, su questo tema del turismo sostenibile, perché si tratta davvero di problemi comuni tra le due province autonome. Insomma: le problematiche del lago di Braies non sono diverse rispetto a quelle del Lago di Tovel, dove tra l’altro ben prima avevano introdotto il traffico limitato.

C’è poi il tema dei grandi predatori, da una parte proprio collegato all’idea di una natura da salvaguardare e in qualche modo da ripristinare. Mettendo però in difficoltà gli allevatori e creando problemi di sicurezza.

Sì. In Trentino c’è stata purtroppo una vittima a causa dell’orso e questo è stato davvero un colpo al cuore per tutti. Mentre il problema del lupo in provincia di Trento è presente soprattutto nella zona delle valli di Fiemme di Fassa. Al di là dei provvedimenti e dei ricorsi, il problema non è certo di facile soluzione. Ma anche questo è un problema che andrebbe affrontato a livello regionale, visto che gli animali si muovono, mica guardano ai confini provinciali.

A proposito di province. Nello scorso autunno si sono svolte le elezioni e a Trento e Bolzano si sono avuti esiti solo in parte simili. Con alcune novità non da poco, soprattutto in Alto Adige.

In Trentino c’è stata una scelta di continuità per Fugatti, un po’ perché non aveva veri avversari, va detto, e poi comunque perché gli elettori hanno deciso di premiare il lavoro fatto. In Alto Adige fa riflettere il calo della SVP, ma non mi stupisco per la realpolitik della Volkspartei che ha scelto di allearsi con il centrodestra. Tutto sommato non è un grande cambiamento, perché negli ultimi 5 anni la Stella Alpina aveva già governato con la Lega. Certo la SVP farebbe bene a impostare una profonda riflessione in merito a quanto sta avvenendo in Alto Adige ma ancor di più al proprio interno, più che cercare colpevoli all’esterno.

Venendo allo sport, il 2023 è stato l’anno della consacrazione per Jannik Sinner. Poi c’è stata la stagione straordinaria del FC Südtirol in serie B di calcio, mentre gli atleti regionali dello sci alpino sono apparsi un po’ in affanno.

Di Sinner si è detto tutto, la sua è stata un’affermazione davvero pazzesca. Tra l’altro è un personaggio con grandi qualità, molto umano e disponibile. E non è solo uno sportivo, riesce infatti a catalizzare l’attenzione di molti, anche di chi non è appassionato di sport. Quello del FC Südtirol è stato poi sicuramente una sorta di miracolo. Ora la squadra è in difficoltà, ma ci sta. L’anno scorso sono riusciti a fare molto di più di quello che secondo me era il valore della squadra sulla carta. Molto del merito va dato all’allenatore Bisoli, anche se poi qualcosa si è incrinato. Si tratta senz’altro di una bella società, impostata bene e con un bel futuro davanti. Quest’anno ci sarà un po’ da soffrire ma possiamo dire che ormai il Südtirol è una realtà consolidata, non più una meteora. Basti guardare il centro sportivo, l’organizzazione e il lavoro che viene fatto sui giovani. Per non parlare dello stadio che è stato rifatto. La squadra altoatesina in qualche modo ha anche influenzato il vicino Trentino, con la squadra del capoluogo che da un paio d’anni è tornata in serie C. Va detto che anche il Südtirol è arrivato in serie B dopo un percorso durato anni, e in cui questo traguardo era stato più volte sfiorato. E dobbiamo ricordare sempre che la serie B è un campionato davvero difficilissimo. Per tutti. Lo sci è un po’ in affanno in tutta la regione, è vero. Ma anche qui va detto che rispetto al calcio è uno sport che ha senz’altro meno praticanti. Io penso però che in questo caso ci sia qualcosa da cambiare anche a livello di federazione. Al momento occorre ancora puntare sulla vecchia guardia, ovvero su Paris. Alex Vinatzer è l’unico che in futuro potrà davvero dire la sua ma per il momento è piuttosto discontinuo nei risultati. Alla 3-Tre quest’anno Vinatzer ha fatto veramente male, e al momento va quasi meglio in gigante che non è la sua specialità. Ma si tratta un ragazzo molto positivo e in gamba, molto educato. In Trentino c’è poi molto altro sport, con il volley maschile che ha vinto lo scudetto e quello femminile promosso in A1 anche se ora è in difficoltà. Lo sport resta comunque una grande forza per tutta la regione, anche grazie alle capacità organizzativa delle nostre società e del territorio. E non dobbiamo dimenticare che l’anno si è chiuso con la vittoria di Nadia Battocletti e il secondo posto di Yeman Crippa alla Boclassic nel capoluogo altoatesino.

Quali sono le gioie e i dolori dell’essere, da marzo 2023, il nuovo presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige.

Avere sott’occhio un po’ tutto il panorama del giornalismo locale è senz’altro molto interessante. Per quanto riguarda i dolori e preoccupazioni sono sempre e soprattutto quelle occupazionali, anche se l’Ordine che presiedo non è il sindacato. Ci teniamo a che il nostro settore si florido, attivo e valido. Cosa che di fatto accade, anche in regione. Nell’ultimo periodo c’è stata la mazzata della chiusura del quotidiano Il Trentino, anche se poi la cosa è stata in parte riassorbita. E ci sono poi le preoccupazioni che riguardano le innovazioni tecnologiche, con l’intelligenza artificiale che in futuro potrebbe portare alla perdita di posti di lavoro. A livello internazionale sta già avvenendo, vedremo se la cosa avrà ripercussioni anche da noi. C’è poi il tema eterno dell’equo compenso per il lavoro giornalistico. Per quanto riguarda il rispetto della deontologia giornalistica devo dire che nel territorio regionale la situazione è senz’altro molto migliore rispetto a diverse altre zone del nostro paese.

Il mondo del giornalismo è in sofferenza, soprattutto per il calo dei lettori dei giornali, ma anche dei pochi sbocchi professionali per le nuove leve di questo mestiere.

Per i giovani è senz’altro difficile, perché oggi si tratta spesso di lavoro non ben retribuito, rispetto ad altri lavori e rispetto al passato. Il mestiere ha meno appeal e i percorsi d’accesso sono molto accidentati, nell’ottica dell’approdo al professionismo. Oggi si devono conoscere le lingue ed essere molto qualificati. Ma è un lavoro che può essere ancora molto interessante. Ci vuole creatività, coraggio e come una volta occorrono sudore e impegno. Anche se il mestiere per molti versi è cambiato rispetto al passato, resta comunque la necessità di offrire un’informazione di qualità, ovvero verificata, e questo oggi è meno facile. Ma questo compito da svolgere, per il giornalismo, oggi è ancora più importante in un’ottica di partecipazione alla vita pubblica. Spesso l’emorragia di lettori si traduce anche in astensione nella partecipazione al voto. Dobbiamo impegnarci contribuire ad arginare questa potenziale emorragia democratica.

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