La Bassa Atesina come la conosciamo oggi fu “plasmata” principalmente nel XIX secolo da parte dei governanti asburgici. Prima di allora, tolto il lungo periodo romano, che aveva apportato notevoli migliorie alla rete viaria e al sistema idrico, il territorio era sempre stato piuttosto inospitale e, quindi, difficile da percorrere e da abitare. La Bassa Atesina come la conosciamo oggi fu “plasmata” principalmente nel XIX secolo da parte dei governanti asburgici. Prima di allora, tolto il lungo periodo romano, che aveva apportato notevoli migliorie alla rete viaria e al sistema idrico, il territorio era sempre stato piuttosto inospitale e, quindi, difficile da percorrere e da abitare.
Il problema principale del fondovalle era rappresentato dal fiume Adige che lo attraversava e, per così dire, dominava. Questo lungo corso d’acqua, così irregolare e invadente nel suo flusso, ricco di ristagni e laghetti, ramificazioni e periodiche esondazioni, determinava la vita dei pochi abitanti concentrati quasi esclusivamente sui conoidi alluvionali ai margini orientali e occidentali della valle. Fu proprio la necessità di regolare definitivamente il corso del fiume per ridurne la pericolosità a dare il via ai grandi interventi strutturali che modificarono per sempre la fisionomia della valle. Fino ad allora, di vere e proprie strade come le intendiamo oggi non era neppure il caso di parlare e il trasporto di uomini e merci doveva seguire le antiche e impervie vie montane o avvenire sul fiume, quando questo lo permetteva. L’avvento della ferrovia, progettata e poi realizzata a ridosso del fiume, costrinse gli amministratori dell’epoca ad affrontare una volta per tutte il problema Adige e furono quindi avviati e poi conclusi in tempi relativamente celeri i lavori di sistemazione del letto del fiume. A quel punto la strada era aperta per la nuova ferrovia che cambiò radicalmente la situazione viaria dell’intera regione e della valli laterali, prima difficilmente accessibili.
Da secoli, se non da millenni, esistevano sentieri più o meno ampi e battuti, che collegavano gli altipiani e le valli laterali alla Bassa Atesina, da sempre porta commerciale verso la Val Padana e l’Austria e la Germania. Con l’arrivo della ferrovia, la necessità di trasformare questi sentieri in vere e proprie strade si fece più impellente e le vallate temevano per la loro sopravvivenza economica in caso di perdurante isolamento viario. Nacquero in quel periodo importanti collegamenti come la strada della Val d’Ega, che sostituì completamente il secolare percorso tra Laives e Nova Ponente lungo la Vallarsa, e quella che oggi chiamiamo strada delle Dolomiti, ossia il collegamento da Fontanefredde a Ora. La vecchia strada che da San Lugano, un valico già noto nella notte dei tempi e citato per la prima volta in un documento del XIII secolo, portava a Trodena e Gleno per poi scendere verso Ora venne mantenuta ma perse del tutto il suo peso. Più o meno sullo stesso tracciato venne poi realizzata, con l’impiego prevalente di prigionieri di guerra russi e serbi, la linea ferroviaria Predazzo – Ora, in funzione dal 1917 al 1963.
Fu la Magnifica Comunità di Fiemme a volere la nuova strada per collegarsi meglio alla nuova linea ferroviaria e poter portare i propri prodotti, soprattutto legname, sui mercati. Il progetto fu affidato al geometra fiemmese Tomasi, che progettò la strada tra Fontanefredde e Egna. Infatti il tratto tra Montagna e Ora avrebbe richiesto, data la conformazione rocciosa del terreno, interventi difficoltosi e molto costosi nel Monte Cislon. La Comunità avviò lunghe trattative con i comuni di Montagna e Egna per l’acquisto dei terreni necessari alla costruzione della strada. I due comuni opposero strenua resistenza perché la nuova strada avrebbe tagliato in due molti terreni agricoli, rendendone difficoltosa la coltivazione. Un conigliere comunale di Egna arrivò ad affermare che anziché una strada era meglio erigere un muro, in modo che nessun mendicante fiemmese avesse più potuto mettere piede in Bassa Atesina. A quel punto alla Magnifica Comunità non rimase che realizzare la nuova strada fino a Ora e nel 1845 iniziarono i lavori, poi conclusi in concomitanza con l’inaugurazione della ferrovia tra Bolzano a Verona. I lavori per realizzare i 47 km di strada durarono 15 anni, i costi si aggirarono su un milione di Gulden, sostenuti interamente dalla Comunità fiemmese. Quando a Egna si accorsero che tutto il traffico commerciale convogliava su Ora, compresero il grande errore commesso. Per non rimanere completamente isolati dalla Val di Fiemme, furono quindi costretti a realizzare a proprie spese il collegamento tra Montagna e Egna.
Reinhard Christanell