11 anni fa, in occasione del 25 aprile, ebbi l’occasione di conoscere Estela De Carlotto, leader prima delle madri e poi delle nonne di Plaza de Majo. Mi colpì moltissimo la sua storia di estrema determinazione, durata decenni, alla ricerca di giustizia per l’assassinio di sua figlia, vittima desaparacida della dittatura argentina, e poi di notizie suo suo nipote dato all’epoca forzatamente in adozione. Un nipote poi miracolosamente ritrovato, l’anno successivo, grazie al test del DNA a cui si sottopose volontariamente, ormai 36enne.
La battaglia delle donne argentine mi ha ricordato in questi giorni un’altra battaglia, che ha visto protagoniste 2500 anziane signore svizzere (età media 74 anni) che si erano rivolte alla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) perché si ritenevano danneggiate per le politiche sul clima del loro paese.
Siamo abituati a pensare che la militanza per il clima sia soprattutto una questione di giovani, Greta Thunberg in testa, ma evidentemente non è così. Particolarmente significativo è poi il fatto che la Corte europea dei diritti dell’uomo abbia dato ragione a questo stuolo di nonne “alpine”, autodenominatesi “Anziane per il clima”. è stata la prima volta che un tribunale internazionale ha detto che uno stato è obbligato a raggiungere gli obiettivi sul clima stabiliti dai trattati internazionali. La sentenza non avrà conseguenze pratiche immediate, ma l’Ufficio federale di giustizia svizzero ha detto che la studierà per stabilire quali azioni debbano essere prese dalla Svizzera per il futuro e intanto la Corte ha ordinato allo stato svizzero di pagare 80mila euro per coprire le spese legali dell’associazione. I paesi che riconoscono la Corte europea per i diritti dell’uomo sono impegnati a dare esecuzione alle sue decisioni, ma la Corte lascia generalmente loro ampia libertà nella scelta delle misure con cui farlo. Nonostante questo, la decisione è stata comunque definita “storica”. Non solo è la prima in cui il tribunale internazionale dà ragione ai ricorrenti sul cambiamento climatico, ma influenzerà anche gli approcci adottati da altri tribunali internazionali e dai tribunali nazionali dei singoli paesi europei su casi analoghi, che negli ultimi anni sono diventati piuttosto frequenti come forma di attivismo climatico.
Autore: Luca Sticcotti