Alpenvorland è una di quelle parole con cui una buona parte di popolazione altoatesina preferisce non approfondire la conoscenza: d’altra parte la non conoscenza fa molto più comodo se si vuole evitare di prendere una posizione su un avvenimento o se si vuole addirittura negare che ci si stato. La storia è storia però, può non piacere ma non la si può negare, l’Alpenvorland c’è stato (come c’è stato un campo di concentramento) e per un anno e mezzo circa l’Alto Adige è stato una provincia del terzo reich con tanto di Gauleiter, proprio come le nazioni europee che i nazisti avevano occupato dal 1939 in poi tramite guerra o annessione plebiscitaria.
Una delle conseguenze di questi accadimenti, fu l’arruolamento più o meno coatto dei giovani altoatesini nelle forze del reich. Ed è un po’ questo il tema di partenza di una bella canzone, per nulla retorica, composta dal rinomato cantautore venostano Dominik Plangger e intitolata Via Rasella, dal luogo in cui nel 1944 i partigiani tesero un agguato ai militi del battaglione Bolzano, che come il nome fa supporre erano provenienti dalla nostra regione.
“Uno dei militari tedeschi morti in Via Rasella – ci racconta Dominik – era il mio bisnonno. Di lui si è sempre parlato poco a casa, mia nonna, che era sua figlia, ha sempre mantenuto il silenzio su di lui, come se il parlarne le riaprisse ferite mai cicatrizzate. Lui però ha lasciato un breve diario riguardo a quel periodo. Quando la Wehrmacht lo arruolò aveva quasi quarant’anni, in guerra non aveva dovuto andare e tanto meno ci voleva andare nel 1943, un suo fratello era già morto in Russia e lui non aspirava ad altro che continuare a fare il falegname a Ponte Stelvio. Poi un giorno sono arrivati i nazisti e suo fratello maggiore, che era un sostenitore di Hitler, lo ha praticamente costretto ad andare con loro. Dopo Bressanone e Bolzano è stato mandato a Roma per terminare l’addestramento militare, non prima di riuscire a scappare a casa nel cuore della notte per andare a salutare i figli, come se in cuor suo si sentisse che le cose non sarebbero finite bene”.
Se la nonna di Plangger non ha mai voluto parlare di questo argomento, il cantautore ha avuto un testimone diretto nel prozio, che soprattutto negli ultimi tempi si è fatto prodigo nel ricordare: “Mio zio – prosegue Plangger –, che ha cominciato a parlare dopo la morte di mia nonna, ci ha raccontato come per lui la cosa più difficile da accettare, è stato fare i conti con le conseguenze dell’attentato, vale a dire il fatto che dieci italiani dovettero pagare con la vita per la morte di suo padre. E questo mi a ha fatto venir voglia di saperne di più, di raccogliere informazioni su Via Rasella e sulla rappresaglia delle Fosse Ardeatine”.
Con la canzone sull’attentato di Via Rasella, Dominik Plangger è riuscito a non essere per nulla retorico, concentrandosi piuttosto su un episodio della storia della sua famiglia collegato a accadimenti storici drammatici e tristemente famosi, con un curioso finale che in qualche modo lo va a collegare col grande Ennio Morricone: nel corso delle sue ricerche storiche infatti, il cantautore ha scoperto che pur non amando particolarmente i nazisti, il giovane studente Morricone, per sbarcare il lunario, era solito suonare per i militi tedeschi di stanza nella capitale, trovandosi proprio nei dintorni di via Rasella al momento dell’attentato.
“Mi piace pensare – commenta Dominik – che questo grandissimo artista abbia suonato anche per il mio bisnonno”.
Il brano, uscito lo scorso 7 luglio, fa da apripista al nuovo CD di Plangger, che sarà pubblicato il 27 settembre.
“Il disco – conclude Plangger – s’intitola Limes, dal nome della via in cui abito, nel Burgerland: la via si chiama così dal termine latino con cui s’intende definire il limitare di una proprietà, il confine, il limite, spesso contraddistinto da un muro. Mi è sembrato un titolo idoneo, soprattutto in quest’epoca in cui tutti inneggiano alla costruzione di muri per separare. Il disco si compone di ballate e canzoni di varia ispirazione, ma io cerco di non perdere mai di vista un certo aspetto politico nei contenuti, e ho voluto puntare il dito contro quella destra che ambisce a costruire la Fortezza Europa per chiudercisi dentro e non lasciarvi entrare nessuno”.
Redattore: Paolo Crazy Carnevale