Sin dalle origini la conca di Merano era un importante snodo di smercio commerciale e di interscambio, che metteva in comunicazione la Val Padana con i bacini del Reno e del Danubio, tramite la via Claudia Augusta, attraverso la Val d’Adige, la Venosta e i passi Resia e Giovo. All’imbocco della Venosta a Tell era situata la “statio maiensis”, una vera e propria dogana al confine fra la Provincia romana della Rezia e la X Regio Italica di Venetia et Histria. L’allora popolazione, che non abitava il fondovalle della conca meranese, iniziò a insediarsi presso le strade di grande traffico, con la costruzione di qualche piccolo insediamento fra Maia Alta e Maia Bassa.
In tarda età romana viene citato un “Castrum maiensinsis” da Aribone nella “Vita sancti Corbiniani”. Il castrum è identificabile col castel San Zeno, dove dimorò San Valentino nel V se. d.C. e successivamente nel VIII d.C. San Corbiniano, vescovo di Frisinga. Aribone, meranese di nascita, che divenne poi vescovo di Frisinga, è il primo vero e proprio scrittore in lingua tedesca e il successore di Corbiniano in quella sede vescovile. Si presume quindi, che l’Humus religioso, civile e culturale della città di Merano abbiano avuto luogo il quel luogo fortificato.
Nel 857 troviamo la prima e vera citazione di Merano col nome “Mairania”.
Da prima, feudo del principe vescovo di Trento, dal XIII secolo diventa capitale del territorio governato dai conti di Tirolo. Nel 1237 lungo il Passirio, si era creato un nuovo centro urbano citato come “Forum Mairaini”, nel 1260 “Burgum Merani” e nel 1317 “Civitas Merani”.
L’antico borgo si riduceva all’attuale rione Steinach, tra il Duomo e la porta Passiria. Con l’epoca di Mainardo II viene aggiunta via dei Portici.
La città viene cinta da mura ed è di forma quadrangolare, sulla quale si aprono quattro porte-torri: la Venosta, la Passiria, la Ultimo e la Bolzano. I Portici – sui quali si affacciavano le botteghe con le corti interne e dove sul retro vi erano gli orti fino alla cinta muraria – posti a Nord venivano chiamati “a monte”, quelli a Sud “ad acqua”. Nel 1317 i meranesi ottengono il privilegio di essere chiamati “cittadini”, di avere una propria zecca, che batte moneta pregiata per tutta la contea del Tirolo, di essere sede Giudiziaria e Corte di Appello, di essere una delle più importanti città mercantili in epoca medievale, in ambito europeo, e soprattutto di rivaleggiare e competere, da sempre con Bolzano, in questo importante ruolo.
Autore: Flavio Schimenti