Santa Maria in Augia

Dopo secoli di oblio nel marzo del 1986 durante gli scavi della posa per le condotte del teleriscaldamento alla profondità di quattro metri in via Alessandria sono tornati alla luce i resti del complesso architettonico del convento agostiniano di S.Maria in Augia. Abbandonato nel 1406 monaci dopo l’ennesima alluvione, tale complesso era ancora visibile nel 1541, come risulta da una mappa che già allora citava solo alcuni ruderi, dopo di che se ne perse traccia.
Il convento di S. Maria in Augia venne fondato nel 1163 dai coniugi Arnaldo III di Morit-Grafenstein e Matilde di Valley, proprietari dell’allora castello di Gries. Fu affidato ai canonici agostiniani, che come compito fra l’altro avevano quello della ospitalità a pellegrini e viandanti. Il luogo scelto, infatti – sebbene fosse posto in un’isola ghiaiosa posta fra l’Adige e l’Isarco – era sulla via di comunicazione fra il nord e il sud del Brennero. Alla celebrazione di consacrazione partecipò il patriarca di Aquileia Ulrico II, parente stretto di Matilde di Valley. Il convento era legato a quelli fondati in precedenza a Novacella nel 1142 e a S.Michele all’Adige nel 1150 , nell’ottica di una fitta rete di complessi monastici fondati in tutta Europa. I primi canonici provenivano probabilmente da Vienna e il complesso era così importante che gli furono affidati campi, vigneti, pascoli, mulini, parrocchie (S.Genesio, Avelengo, Val d’Ega, Pusteria), nonché il complesso Ospitale di S.Maria in Senale in Val di Non. Dal punto di vista architettonico, il complesso canonicale era composto da una chiesa a tre navate con tre absidi e sostenuta da otto pilastri quadrangolari. Accanto alla chiesa sorgeva un’ampio chiostro, anch’esso di forma quadrangolare. La facciata, secondo la lapide sepolcrale di Matilde di Valley presente nel convento di Gries, era composta da due campanili gemelli alla maniera germanica e due ordini di arcate sopra il portale d’ingresso. La chiesa subì dei rimaneggiamenti in epoca gotica e – dopo una ennesima alluvione, come si diceva nel 1406 – venne definitivamente abbandonato. I monaci vennero ospitati nel castello di Gries (vedasi articolo precedente). Le rovine riportate alla luce fanno oggi parte del parco delle Semirurali inaugurato il 28 giugno del 2007. Esse sono collocate in un giusto percorso museale a cielo aperto, nel quale si possono solo intravedere le caratteristiche che furono di questo complesso architettonico importante per la storia di questa città e del nostro territorio.

In foto principale: I resti di Santa Maria in Augia nel paroco delle Semirurali a Don Bosco

Autore: Flavio Schimenti

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