Farfalla Cavolaia: sono una minaccia le larve di questo lepidottero, leggiadro come una farfalla in fase adulta! Le larve, costituite da bruchi verde pallido, riccamente punteggiati di macchie nere, con bande gialle lungo il dorso e i fianchi, raggiungono i 6 cm. Generalmente la cavolaia fa 2/3 generazioni all’anno, con voli a partire da marzo: settembre può diventare un vero disastro nell’orto, vista l’abbondanza di brassicacee. Rovina cavoli, verze, bietole, broccoli, cavolfiori, cavolo cinese, cavoletti, ma anche spinaci. Le uova si schiudono in due settimane e i bruchi cominciano a nutrirsi del fusto e delle foglie giovani e provocano gravi danni alle piante. Agiscono in gruppi numerosi e mettono a rischio interi raccolti. Erodono le foglie, rosicchiando persino le porzioni interne. La cavolaia minore, i cui bruchi sono di colore verde scuro, danneggia il cavolo rapa, il cavolo nero, la rapa e le cime di rapa.
Rimedi: 1. rimozione manuale; 2. rete anti-insetti e polvere di roccia (zeolite) per grandi colture; 3. macerato di ortica e di foglie di pomodoro; 4. decotto di assenzio; 5. Olio di Neem (Azadirachta indica): un cucchiaino da diluire in 500 ml di acqua e irrorare di sera tramite spruzzino – Carenza 3/6 gg; 6. Bacillus thuringiensis (varietà kurstaki), insetticida biologico a base di batteri sporigeni estremamente selettivi. È totalmente innocuo per gli insetti pronubi e le coccinelle. Carenza: 3 gg; 7. l’antagonista oofago Trichogramma evanescens; 8. Apanteles glomeratus e il Phryxe vulgaris (uccidono le larve).
Nottue: sono una ventina di specie di lepidotteri, in prevalenza notturni, le cui larve, cioè i bruchi, si cibano di piante orticole, arbustive e ornamentali. Si presentano di diversi colori, dal rosa al nero, ma per lo più di verde brillante. Rodono colletti, fusti, foglie, fiori, boccioli e persino i frutti. Possono defogliare una pianta da orto in una notte. La presenza dei bruchi va da maggio a novembre in zona alpina. Colpiscono mais, peperoni, erbe aromatiche, gerani, melograno, rose, ma soprattutto i pomodori. John Orrock e i biologi dell’Università del Winsconsin nel 2017 hanno fatto una scoperta sorprendente: una pianta di pomodoro, se massicciamente aggredita, è in grado di emettere una sostanza chimica volatile, lo jasmonato di metile che avvisa le sue simili del pericolo. Le piante allarmate dal segnale chimico reagiscono, rendendo le loro foglie meno nutritive, che così crescono più lentamente, e producendo una sostanza neuro attiva che induce i bruchi al cannibalismo. Fino a quando il loro numero non ritorna a essere a un livello sopportabile per la pianta: ce lo conferma Stefano Mancuso. Anche le vespe assetate sono ottime alleate.
Rimedi: 1. rimozione manuale; 2. trappole a feromoni (nelle serre); 3. biotrappole a base di vino dolcificato e speziato; 4. estratto puro di cannella 1 ml in 500 ml; 5. Bacillus thuringiensis (varietà kurstaki), insetticida biologico a base di batteri sporigeni estremamente selettivi – Carenza: 3 gg; 6. Olio di Neem (Azadirachta indica): un cucchiaino da diluire in 500 ml – Carenza 3/6 gg; 7. geodisinfestante biologico a base di nematodi entomoparassiti del genere Steinernema da impiegare nel terreno.
Autore: Donatello Vallotta