Il mito della dorifora paracadutata dagli Americani sui territori nemici è la reputazione di questo coleottero, divenuto famoso durante il secondo conflitto mondiale, soprattutto per essere la causa primaria dei danni all’agricoltura subiti della Germania. Addirittura, anche dopo la fine della guerra continuarono paure, speculazioni, congetture e supposizioni, più o meno fantasiose, da parte di alcuni Stati dell’Europa dell’Est nei confronti della mano che aveva diffuso questo flagello. Nelle scuole, nelle stazioni, negli uffici postali furono affissi proclami di mobilitazione generale; fu ingaggiata anche “La formica Ferda”, popolare eroina dei fumetti! Nei campi, schiere di studenti guidati da adulti catturavano la dorifora tra le file di patate gettandola in una bottiglia contenente petrolio. Anche il socialismo premiava chi ne raccoglieva di più, mentre puniva coloro che si opponevano alla collettivizzazione dei campi e tradivano la patria infischiandosene della lotta all’ultima patata. A metà degli anni Cinquanta, a un certo punto, gli Usa dovettero intervenire. L’ambasciata americana a Praga inviò al ministro dell’agricoltura una nota dove, ironicamente, smentiva le presunte responsabilità americane nella diffusione della piaga: “L’ambasciata dubita che la dorifora, anche nella forma più vorace, possa consumare l’amicizia che lega i nostri due paesi.” Originaria del Messico e del Colorado, in realtà, la dorifora era presente in Inghilterra già dalla seconda metà del 1800. In Europa si diffuse rapidamente durante il secondo conflitto mondiale, nascosta tra gli approvvigionamenti militari. In Italia giunse nel 1944. Facilmente riconoscibile anche da un occhio inesperto per via delle strisce nere sul corpo di colore giallo ocra è un defogliatore naturale. Presenta tre generazioni all’anno e quattro stadi di sviluppo: A) uovo (giallo/arancio) B) larva (capo e zampe nere e due file laterali di placche nere lungo l’addome arancio) C) pupa D) adulto. Già le larve rovinano le colture. I danni riguardano l’apparato fogliare. Colpisce le solanacee, patate in primis, ma anche melanzane e più raramente pomodori e peperoni.
Rimedi: 1. Rimozione manuale. 2. Olio di Neem (Azadirachta indica): un cucchiaino da diluire in 500 ml di acqua ed irrorare di sera tramite spruzzino – Carenza 3/6 giorni. 3. Bacillus thuringiensis (varietà kurstaki e tenebrionis), insetticida biologico a base di batteri sporigeni estremamente selettivi in grado di uccidere le larve di lepidotteri. È totalmente innocuo per gli impollinatori e anche per le coccinelle. Carenza: 3 giorni. 4. Piretro naturale: 2 ml da diluire in 500 ml di acqua con l’aggiunta di un cucchiaino di aceto, irrorare la sera tramite spruzzino. Carenza: 3 giorni. 5. L’imenottero parassitoide oofago Edovum puttleri. 6. L’antagonista predatore Zicrona caerulea.
Autore: Donatello Vallotta