Il compost è il risultato della decomposizione e dell’umificazione di sostanze organiche di varia origine, miscelate insieme, per azione di microrganismi. E’ un processo che trasforma residui animali e vegetali che arrivano al suolo in un prodotto stabile grazie all’ossigeno (processo aerobico) ed al calore (processo esotermico). Residui che vanno dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani (detta FORSU, in parole povere l’umido”) ai residui del verde pubblico e privato, dai fanghi di depurazione (la parte solida delle acque reflue civili urbane) agli scarti agroindustriali. Nelle politiche ambientali i comuni che davvero si ritengono virtuosi dovrebbero partire da qui ed evitare di ricorrere alla torba, anch’essa un ammendante, ma acido e anti-ecologico. La durata del ciclo di produzione industriale del compost dura dai 60 ai 90 giorni, in cui ogni tipo di materiale viene separato e temporaneamente stoccato al chiuso, eccetto le potature e gli sfalci del “verde”. E’ prevista una prima triturazione e una pre-miscelazione per uniformarne le dimensioni, aprire i sacchetti di carta e permettere all’ossigeno la sua azione.
La prima fase attiva della durata di almeno 21 giorni è quella della bio-ossidazione, in cui le temperature dentro ai capannoni (chiusi e depressurizzati) superano i 60°C abbattendo così i microorganismi patogeni per l’uomo, ma mai i 70°C per non inibire i batteri utili al processo. In questo periodo la massa viene insufflata d’aria dal basso e rivoltata una volta la settimana. L’aria contenente agenti odorigeni viene invece aspirata dall’alto e incanalata verso dei silos, dove sarà ripulita e rimessa nell’ambiente. Anche i rapporti sono importanti, perché avvenga questa trasformazione: 30 parti di materiale strutturale (potature e sfalci) e 70 parti di organico.
La seconda fase, quel la della maturazione dura 45 giorni in capannoni coperti ma arieggiati.
Segue la vagliatura, il processo più polveroso: il materiale viene depositato su grandi tramogge e i pezzi oltre i 10 mm di dimensione (chiamati sovvalli) vengono rispediti in ciclo, a meno che non si tratti di micro/macro-plastiche allontanate dalle sonde e smaltite con altre modalità. Utile rimarcare che i liquidi di percolazione sono raccolti e reimpiegati nel processo per non sprecare acqua pulita.
L’ultima fase è lo stoccaggio dove il prodotto finito, l’Ammendante Compostato, viene analizzato per la verifica di conformità. Sarà immesso sul mercato dopo 4 mesi. I prodotti finali sono di diverse tipologie: ACM (verde+FORSU), ACF (con fanghi e scarti) e ACM BIO.
Autore: Donatello Vallotta