La piana di Bolzano, caratterizzata dalla presenza di due fiumi impetuosi quali l’Adige e l’Isarco, che nel corso dei millenni l’hanno plasmata e poi rimodellata un’infinità di volte (pare che dopo l’ultima era glaciale si sia alzata di oltre 100 metri), copre un’area molto ampia che arriva fino alla periferia di Laives. Dal medioevo in poi, quando Laives e Bolzano formavano un’unità politico-amministrativa (definitivamente spezzata dal nuovo ordinamento comunale asburgico del 1849), la maggior parte di questo terreno era dominio pressoché incontrastato dei due fiumi e soltanto nei periodi di “magra” era adibito a pascolo del bestiame cittadino e ad attività occasionali quali raccolta di legname, pesca e coltivazioni stagionali del tutto marginali. Tuttavia, fin dal 1550 sono note ripetute disposizioni del governo di Innsbruck che suggerivano insistentemente un utilizzo più razionale dell’enorme area e, soprattutto, la bonifica della stessa da una pletora di personaggi dediti al malaffare che impedivano il pacifico transito di persone e merci, già allora molto intenso grazie alla presenza alle porte di Laives del porto di Bronzolo. Insomma, la tratta stradale (poco più di un tratturo) tra Bolzano, Unterau (S. Giacomo), Sissa (Pineta) e il comune rurale di Laives era infestata da fuorilegge di ogni lega, una sorta di far west che costringeva i viandanti a viaggi avventurosi per non farsi depredare dei propri beni e della stessa vita.
I suggerimenti governativi andavano nella direzione di una bonifica anche parziale del terreno paludoso e dell’assegnazione di piccoli appezzamenti alle famiglie indigenti del luogo affinché vi potessero coltivare i beni di prima necessità e nel contempo garantire la sicurezza della pubblica via. Ma le resistenze a questi progetti non mancavano, in quanto la “Au” (augia), sia a nord che a sud dell’odierno Agruzzo, rappresentava l’unico pascolo dei cavalli e buoi degli allevatori e dei carrettieri della zona. Al termine di una lunga controversia tra Bolzano, Dodiciville e Laives, fu raggiunto un accordo che prevedeva l’assegnazione della parte settentrionale della “Au” al Comune di Bolzano e quella a sud del Vurza, con un’estensione di circa 100 ettari, al Comune di Laives. Dodiciville mantenne alcuni diritti (come la raccolta della paglia) su entrambi i territori.
Nei primi anni il Comune di Laives non modificò la destinazione dei terreni che in sostanza rimasero pascolo, e solo in seguito alla riforma agraria di Maria Teresa e alla definitiva regolazione dell’Adige iniziò a migliorare anche i fossati e ad assegnare i terreni (le odierne “part”) ai contadini del luogo.
In foto principale: Vista di Laives negli anni ’40
Copyright: Gianni Beordo
Autore: Reinhard Christanell