Se abbandoniamo la terra ferma della storia per addentrarci nell’intricato universo delle leggende che accompagnano la nascita e, spesso, anche la scomparsa dei paesi della nostra terra, ci imbattiamo immancabilmente nella misteriosa cittadina di Nisselburg, antesignana della moderna Laives. Si racconta infatti che la fiorente località sorgeva “molti anni addietro alle porte di Bolzano, dove oggi si estende, su un verde terrazzo ricco di vigneti affacciato sulla valle, il paese di Laives”.
A quei tempi (tra Impero romano e Medioevo?), il Montelargo e la caratteristica rocca di S. Pietro ancora uniti ospitavano un laghetto dalle acque cristalline, sulle cui rive viveva un’operosa colonia di piccoli minatori. Gli esuberanti abitanti di Nisselburg presero a canzonare ferocemente i laboriosi omini, arrivando al punto di tagliare entrambe le orecchie a uno di loro. Apparve allora in paese uno sconosciuto che, al cospetto degli increduli cittadini, pronunciò le seguenti parole: “Io sono così vecchio, / conosco il bosco del Montestretto / per nove volte i campi e nove volte i boschi, / lo Sciliar come un cuore di noce, / il passo degli Oclini / come una lama di coltello, / sul Corno del Renon / il miglior grano / e a Pietralba / il vino di Termeno”.
Gli abitanti di Nisselburg si piegarono in due dalle risate e presero a bastonate anche l’imperscrutabile vecchio, minacciando di affogarlo nell’Adige insieme a tutti gli gnomi del Lago Cristallino.
L’uomo che aveva ripreso i villani di Nisselburg era un contadino di Settequerce di nome Burkhard, che a suo tempo aveva venduto la figlia Elisabetta al Signore di Greifenstein, tale Mainardo. Accompagnando la figlia al castello (dove non giunse mai perché riuscì a fuggire), il contadino aveva attinto l’olio dalla roccia oleosa, che tuttora sorge ai piedi del castello, per rivenderlo al mercato di Bolzano. Per punizione era stato condannato a vagare in eterno nei boschi della zona avvisando gli abitanti dissoluti dei paesi delle disgrazie che stavano per colpirli.
Scacciato in malo modo dal paese, Burkhard raggiunse la rocca di S. Pietro ed esclamò: “Nisselburg deve scomparire, / nessuna casa deve rimanere in piedi / e poveri e ricchi, giù giù / nell’umida tomba”.
E così avvenne. Gli omini offesi scavarono notte e giorno finché la montagna franò sul paese sommergendo tutte le sue case, torri e mura. Anche il bel castello sulla rocca crollò e rimase, unica traccia del suo glorioso passato, solo un enorme buco che un tempo aveva collegato il castello al fondovalle.
L’uomo scomparve verso il passo degli Oclini e gli omini si ritirarono per sempre nel cuore della montagna. Di Nisselburg non restò traccia.
In foto principale: Il lago di Laives
Copyright: Gianni Beordo
Autore: Reinhard Christanell