Il fiume Adige in Bassa Atesina

Chi voglia godersi la straordinaria vista della valle dell’Adige tra la piana di Bolzano e le campagne della Bassa Atesina dai 1200 metri del Montelargo oppure dai rilievi del Monte di Mezzo, rimarrà abbagliato dalla striscia d’argento che s’insinua discreta e quasi impercettibile nel compatto tappeto verde, dividendo in due parti la sterminata distesa di frutteti. Da molti decenni a questa parte, questo grande fiume, un tempo determinante nella vita quotidiana e nell’economia della valle, conduce un’esistenza di grigio anonimato, di fatto interrotta solo dalle periodiche piene con conseguente pericolo di esondazione.
Dalla confluenza con l’Isarco – altro fiume “storico” probabilmente ritenuto in età antica il corso principale a cui affluiva l’Adige, tra Bolzano e Laives, o comunque dal porto di Bronzolo (e precedentemente Vadena) in giù – l’Adige ha rappresentato per oltre due millenni (non ci sono testimonianze dirette dei periodi precedenti, a parte gli antichissimi nomi dei fiumi) un’inesauribile fonte di approvvigionamento idrico, ma non solo.
Il fiume è stato anche la più importante via di comunicazione tra nord e sud, tra il mondo cosiddetto retico e quello lombardo-veneto prima e romano poi, rendendo possibili scambi commerciali e culturali altrimenti inimmaginabili. Insomma, quella che oggi è nota come la “rete” di ferrovia – che di fatto ha soppiantato la navigazione sull’Adige – e autostrada, un tempo era appannaggio esclusivo del grande fiume che toccava tutti i centri più importanti prima di sfociare nell’Adriatico.
Grazie a questa sua indiscussa rilevanza, già in epoca antichissima, tra l’ottavo e il quinto millennio a. C., si sono avuti i primi insediamenti umani nella fertile valle che garantiva cibo per tutto l’anno. In quel periodo – e fino a un secolo e mezzo fa – l’Adige non seguiva il corso attuale, ma si disperdeva liberamente attraverso l’intera valle, modellando un paesaggio assai diverso dall’odierno. Lo si può intuire anche dagli abitati che, in questo tratto di valle insistono sul lato orografico sinistro del fiume, sui conoidi alluvionali prodotti nel corso dei millenni dai riottosi ruscelli che precipitano dai monti sovrastanti. La sola Vadena, oggi piccolo centro ma in epoca “preistorica” e romana sito di grande rilievo, sorge in prossimità del fiume alle pendici del Monte di Mezzo.
Quando nell’età del rame (quella di Ötzi) venne introdotto nell’economia domestica anche l’allevamento del bestiame accanto alla coltivazione dei cereali, iniziò anche qui la lavorazione e soprattutto la commercializzazione dei metalli, attività che ha lasciato tracce indelebili in molte località e ha visto il fiume come protagonista principale. (1. continua)

Autore: Reinhard Christanell

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