Nei mesi scorsi sono tornati a farsi sentire i gloriosi King’s Friends, tra le formazioni storiche bolzanine, una delle più longeve e sicuramente la più costantemente attiva a livello concertistico, anche se dal beat del 1965 (ma alcuni di loro erano già in circolazione come Kings e basta già dal 1961) il quintetto si è evoluto diventando una godibile mini orchestra swing-jazz che da anni anima serate sia in città che, a richiesta, anche fuori regione.
La forzata impossibilità di calcare i palchi non ha fermato del tutto i King’s Friends, che hanno così trovato il tempo di terminare il loro nuovo disco, una raccolta di 15 brani intitolata King’s Friends & Friends, in cui, contrariamente al solito hanno deciso di avvalersi delle voci di cari amici per consegnarci le loro versioni di alcune celebri canzoni che altrimenti sarebbero divenute degli strumentali, secondo la tradizione del gruppo da oltre vent’anni in qua.
Il risultato è un disco col classico marchio di fabbrica (e naturalmente anche il logo) che vede Brunetti, Garbin, Gazzignato , Messori e Morrocchi sfoggiare la ben nota classe al servizio di un repertorio stavolta più pop, ma per questo non meno gradevole e oltre alle voci si sono avvalsi anche di qualche strumentista amico, o addirittura ex del gruppo (come nel caso della chitarra di Alberto Magri in Uomini soli). Ecco così sfilare le voci dell’incontenibile Renato Capon alle prese con la sinatriana My Way, di Manuela Fogli (ricordate i suoi dischi degli anni ottanta?) che rifà Lucio Dalla, e ancora Vittorio Seidl, Loredana Merlin e Vittoria Brunetti (nel disco c’è anche suo padre Bruno al violoncello!); ovviamente ci sono anche standard strumentali però.
Contemporaneamente al CD è arrivato anche un breve, commovente DVD realizzato sempre all’insegna dell’artigianato e per la gioia degli amici, messo insieme dal bassista Gianni «Occultis» Messori, autentica memoria storica e archivista del gruppo.
“Ho sempre avuto la passione per la storia – ci racconta Messori (autore tra l’altro anche di un libro su Piazza Erbe) mentre sfoglia il suo ricco album dei ricordi – e ho sempre conservato tutto, ogni piccola cosa che riguardasse il nostro gruppo, dalle locandine dei primi concerti, o come si diceva allora tè danzanti, al Circolo della stampa, al mio libretto Empals, alle foto storiche. Quando ho avuto da mio nipote il primo computer ho fatto un corso per imparare ad usarlo e poi ho cominciato a digitalizzare foto e articoli e tutto il resto, mettendo insieme questo album, parte del quale è diventato il DVD con la storia dei King’s Friends. In cui oltre a quattro registrazioni recenti è inclusa, come commento sonoro anche una chicca del 1966, una nostra versione in sala prove del Tema dei Giganti”.
Pur con le limitazioni dovute all’epoca, la registrazione di questo brano è molto preziosa perché ci dà un esempio della professionalità che questi ragazzi avevano fin da teenager, in particolare con un ottimo arrangiamento vocale con il batterista Giannarturo «Tullo» Busellato che mette sul piatto una replica notevole delle toanlità basse che nell’originale erano di Enrico Maria Papes.
“‘Tullo’ – prosegue Messori – era una forza della natura, era stato lui a fondare i Kings nel 1961 ed è rimasto quasi fino alla fine degli anni sessanta. Siccome eravamo tre Gianni e io allora avevo degli occhialetti che ricordavano un personaggio dei fumetti del grande Blek, mi hanno sempre chiamato «Occultis», nome d’arte che è riportato anche sul mio libretto Empals di quando suonavamo come ospiti fissi per la sede RAI locale e che mi è rimasto appiccicato addosso ancora adesso.”
L’album dei ricordi di Messori, che il tastierista Brunetti sta covando di rendere pubblico in formato libro, offre imperdibili foto come quella della chitarra a sedici corde di Roberto Morrocchi, o quelle fantastiche di quando i King’s Friends per un’estate furono ingaggiati a Rimini per suonare nel locale di Carlo Alberto Rossi (autore di un certo successo che ha scritto anche per Mina e Mia Martini).
Imperdibile poi il diploma conseguito dal gruppo a Palermo quando si classificò terzo al concorso di arte varia promosso dall’ENAL:
“Fu un viaggio pazzesco – conclude Messori – era il 1965, immaginate un viaggi in treno, naturalmente in seconda classe, e da Napoli in poi su un treno coi sedili di legno, eravamo tutti stipati in uno scompartimento, noi, i nostri bagagli e i nostri strumenti, tastiera compresa!”
Autore: Paolo Crazy Carnevale