Malattie fungine: curare l’oidio

L’oidio, detto anche mal bianco, è una grave patologia che può avere un impatto significativo sulle rese. Segnalato per la prima volta nel 1847 a Parigi, l’oidio si diffuse rapidamente in tutta Europa e giunse in Italia nel 1851. È una malattia causata da funghi Ascomycota della famiglia delle Erysiphaceae: si presenta con macchie miceliche polverulente, ovvero patine di colore bianco-grigiastre, a contorni indefiniti, simili alla farina, che ricoprono foglie, germogli, fiori e frutti. Le foglie colpite arrestano lo sviluppo, si accartocciano, ingialliscono e cadono, mentre i germogli hanno una crescita stentata e i bottoni fiorali originano fiori piccoli e malformati. I frutti attaccati da muffe e funghi non sono utilizzabili e il loro odore diventa sgradevole. L’oidio manifesta 1) infezioni primarie: avvengono in primavera con determinate condizioni climatiche (10°C e in presenza di piogge leggere – almeno 2,5 mm – con 15/20 ore di bagnatura fogliare, e sulle cui lesioni si producono dei conidi (spore) 2) infezioni secondarie: tipiche della stagione estiva e autunnale sono prodotte dalle spore del micelio svernante, che da quello sviluppatosi nelle infezioni primarie con determinate condizioni meteo (siccità 6/8 giorni, assenza precipitazioni > 25 mm, temperature medie 18/30° C con umidità relativa > del 40 %). Attacca salvia, zucchine, zucche, pomodori, bietole, cetrioli, radicchio, indivia, carote, sedano, prezzemolo, finocchio e anche i cereali come il grano saraceno e l’orzo, oltre che gli alberi da frutta, melo, pero, vite, pesco, fico, albicocco e piante ornamentali quali rose, begonie, dalie, calendule, alloro e ortensie.

Rimedi: 1) evitare ristagni umidi intorno alle piante; 2) evitare innaffiature sulle foglie; 3) rimuovere il fogliame verde in eccesso per favorire la circolazione dell’aria ed eliminare quello ormai secco o colpito; 4) macerato di equiseto, nel terreno; 5) infuso di tanaceto, nel terreno; 6) nebulizzatori fogliari con acqua, aceto di mele e bicarbonato di sodio, oppure con bicarbonato di potassio con olio di neem e cannella, la mattina presto; 7) acido lattico: cambia il pH sulla superficie delle foglie e ne contrasta la diffusione. Per la preparazione è consigliato usare 1 parte di latte in 2 di acqua. Il trattamento è da eseguirsi con uno spruzzino, al mattino presto, prima che il sole possa farlo evaporare velocemente. Effettuate questa operazione almeno 2 volte a settimana. È consigliabile, entro qualche ora dal trattamento, risciacquare con acqua le zone trattate; 8) fungo antagonista (Ampelomyces quisqualis), che invece di attaccare la piante si nutre del suo simile. Si miscela con olio minerale e si somministra preferibilmente in autunno, quando i resti dell’oidio cominciano la loro azione parassitaria sulla pianta.

Autore: Donatello Vallotta

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